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Fmi, migliorano le condizioni dell'Italia

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L'export rimette in moto il Paese

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Il Pil italiano salirà dell'1% nel 2010 per poi accelerare all'1,3% nel 2011. La stima è del Fondo monetario internazionale che si appresta ad aggiornare le previsioni contenute nell suo World Economic Outlook. Rispetto ai numeri diffusi ad ottobre scorso, i tecnici di Washington hanno rivisto il dato in rialzo dello 0,8% per quest'anno e dello 0,6% per il prossimo. Fonti dell'Fmi spiegano che il profilo di crescita del Pil italiano dovrebbe registrare "una progressiva, modesta accelerazione" a partire dalla seconda metà dell'anno. "Dopo un terzo trimestre 2009 soddisfacente", spiegano i tecnici di Washington, "l'Italia ha avuto un quarto trimestre molto deludente e sembra destinata a portarsi dietro questa delusione anche nel primo trimestre di quest'anno. Poi, a partire dal secondo trimestre, si dovrebbe assistere a una leggera progressione che continuera' anche nel terzo e nel quarto trimestre". Secondo le fonti interpellate "l'Italia, come del resto l'economia globale, è in fase di rimbalzo ma non ancora di ripresa". Per spiegare la situazione viene utilizzata l'immagine di una vecchia automobile: "Gli stimoli economici e monetari hanno fatto partire il motorino di avviamento ma il motore vero e proprio non si e' ancora acceso. Il nodo ora è farlo accendere prima che la batteria si scarichi, altrimenti saranno necessari nuovi stimoli fiscali e il mantenimento di quelli monetari". In generale, il dato 2010 viene comunque definito "buono" e "significativamente migliore rispetto al +0,7% ufficialmente previsto dal Governo, a testimonianza che il rimbalzo e' avvenuto leggermente prima di quanto ci si attendesse". Qualche preoccupazione in più desta invece la stima di una crescita all'1,3% per il 2011. Le fonti definiscono il dato per l'anno prossimo "deludente" e "lontano dal 2% auspicato dal Governo". La ripresa, osservano, "si preannuncia modesta, sebbene in linea con l'esperienza italiana pre-crisi. Da anni l'economia italiana non va oltre queste cifre, anche quando era in salute e il resto del mondo tirava". Resta, si osserva a Washington, "un problema di gap strutturale di crescita con le altre grandi economie mondiali. L'Italia ha superato bene la crisi ma i suoi problemi di fondo restano irrisolti: enorme peso del debito, grave dualismo regionale, forte dipendenza energetica".

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