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Mezzo milione di occupati in meno

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Operai lavorano in una catena di montaggio

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In un anno il numero degli occupati in Italia è calato di oltre mezzo milione, precisamente di 508.000 unità. Lo rileva l'Istat, che segnala nel terzo trimestre un forte calo (-2,2%) del numero degli occupati, ora a quota 23.010.000 unità. Tale risultato, spiega l'Istat, "deriva da un'ulteriore caduta dell'occupazione autonoma, dei dipendenti a termine e dei collaboratori, cui si aggiunge una significativa flessione dei dipendenti a tempo indeterminato". Secondo l'Istat, si tratta del dato peggiore dal 1992 anno in cui sono iniziate le serie storiche. La caduta tendenziale dell'occupazione sintetizza il sensibile calo della componente maschile (-2,5 per cento, pari a -350.000 unità) e la consistente flessione di quella femminile (-1,7 per cento, pari a -158.000 unità). Per entrambe le componenti di genere, e soprattutto per quella maschile, si rileva una marcata riduzione dell'occupazione degli italiani (-373.000 e -216.000 unità, rispettivamente per gli uomini e le donne). Con un ritmo sempre più blando prosegue, invece, la crescita dell'occupazione degli stranieri (+22.000 e +58.000 unità rispettivamente). A livello territoriale, si accentua il restringimento della base occupazionale nel Nord (-2,3 per cento, pari a -274.000 unita' in confronto al terzo trimestre 2008), prosegue il calo nel Mezzogiorno (-3,0 per cento, pari a 196.000 unita'), mentre nel Centro la riduzione del numero degli occupati e' piu' contenuta (-0,8 per cento, pari a -38.000 unita'). Il risultato trova ragione sia nella relativa maggiore crescita tendenziale degli occupati stranieri in questa ripartizione, sia nel sostegno fornito dal settore terziario, in particolare dai servizi alle famiglie e da taluni comparti a elevata intensita' di lavoro (alberghi e ristoranti, servizi di pulizia, di viglilanza e attività professionali autonome). La notevole riduzione tendenziale dell'occupazione nell'industria in senso stretto (-6,1 per cento, pari a -307.000 unita') riguarda sia i dipendenti sia gli autonomi, soprattutto nelle regioni settentrionali. Le costruzioni accentuano la tendenza discendente emersa lo scorso trimestre, con un calo degli occupati del 4,0 per cento (pari a -79.000 unita'), diffuso nell'insieme del territorio nazionale. Il terziario segnala una nuova riduzione tendenziale dell'occupazione (-0,6 per cento, pari a -97.000 unita'), a sintesi del continuo calo degli autonomi e della sostanziale stabilita' dei dipendenti. Infine, l'Istat segnala che il calo riguarda in particolare i dipendenti a termini (-220.000 unità) ma anche i collaboratori coordinati e continuativi e occasionali (-42.000 unità), gli autonomi (-136.000 unità), soprattutto quelli con un'attività artigianale o commerciale; dall'altro, una riduzione dei dipendenti a tempo indeterminato (-110.000 unità), concentrata nelle imprese di piu' ridotta dimensione. In base alla tipologia di orario, il calo dell'occupazione riflette l'accentuata riduzione degli occupati a tempo pieno (-449.000 unità) e, in misura più ridotta, la flessione di quelli a tempo parziale (-59.000 unità).

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