La corte dei Conti attacca il governo
La lotta all'evasione fiscale non può essere utilizzata per coprire nuove voci di spesa perchè è una misura «dagli esiti incerti». Il monito arriva dalla Corte dei Conti che, in particolare, critica questa copertura utilizzata quest'anno nella manovra estiva. Le norme sul contrasto ai paradisi fiscali, gli arbitraggi fiscali internazionale e sullo scudo fiscale, sul quale il governo ha puntato per un maggior gettito nel 2009, «appaiono insistere sulla stessa base imponibile», fa notare poi la Corte dei Conti, e «sono legate tra loro da un rapporto di alternatività». Dubbi sono espressi dalla magistratura contabile anche sulle misure che vengono coperte con gli attesi incassi da gioco, come per esempio quelle riguardanti gli interventi post-terremoto in Abruzzo. Le osservazioni della Corte sono contenute nella «Relazione sulle tipologie delle coperture adottate e sulle tecniche di quantificazione degli oneri relativi alle leggi pubblicate nel quadrimestre maggio-agosto 2009», tra le quali figurano appunto la manovra estiva e il decreto Abruzzo. È dura la critica, anche se non del tutto nuova, sull'utilizzo degli incassi della lotta all'evasione per la copertura di maggiori spese o minori entrate. «Sussiste il problema dell'incertezza sugli effetti di gettito ascrivibili alla lotta all'evasione - scrive la Corte nella Relazione in questione - a causa dell'assenza di affidabili meccanismi e metodologie di verifica a posteriori che consentano di distinguere con certezza l'effettivo recupero di evasione dagli effetti imputabili al ciclo economico o a fattori normativi o, anche, a meri errori di stima». Discorso analogo anche sul gettito dai giochi, utilizzato dal governo per coprire una parte degli interventi per il dopo-terremoto in Abruzzo. La Corte in proposito giudica «consistenti» le argomentazioni dei Monopoli sulla novità delle formule di gioco introdotte e circa il buon andamento generale del settore, ma «non appare comunque ispirata a criteri prudenziali» affidare la copertura di oneri tanto elevati, quali quelli della ricostruzione dell'Abruzzo, «all'alea di comportamenti individuali connessi a consumi che presentano comunque - conclude la Corte dei Conti - un elevato grado di elasticità». Intanto uno studio sui conti pubblici dell'area ricerche di Unicredit evidenzia che l'Italia dovrà raccogliere nel 2010 256 miliardi di euro per rifinanziare il suo debito pubblico, una cifra stabile rispetto al 2009 (257 miliardi). Il prossimo sarà un anno «ancora intenso per le finanze pubbliche» dei Paesi europei alle prese con crisi e sostegno all'economia, i quali dovranno reperire sui mercati 1.098 miliardi di euro, in leggero calo rispetto all'anno che si sta per chiudere. A livello europeo non dovrebbero essere necessari costi aggiuntivi il prossimo anno per sostenere le banche e ci sarà un lieve calo dei fondi necessari al sistema finanziario.