Fiat arriva a Roma con il «no» a Termini Imerese
Ilpiano di rilancio della Fiat arriva a Palazzo Chigi dove sarà oggetto di un atteso confronto tra governo, azienda e sindacati. «Ci auguriamo un forte impegno da parte di Fiat, che cresce nel mondo, perchè cresca anche in Italia» è l'auspicio del ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola che si attende «di ascoltare ciò che chiediamo, e cioè un forte aumento della produzione in Italia». Ma a Torino l'impostazione sembra diversa. La logica industriale che anima il pensiero economico di Sergio Marchionne, ad del Lingotto, non lascia spazio a un grosso margine di trattativa per salvare lo stabilimento siciliano di Termini Imerese. Un sito che costa più di quel che produce e che la scienza economica ha giù condannato a chiusura certa. Certo poi la politica ha le sue leve per cambiare le carte sul tavolo. E il compromesso potrebebe arrivare. Di certo arriveranno gli operai che nella notte si sono messo sui treni per raggiungere Roma e far sentire la loro voce alla politica. Governo e sindacati da mesi sottolineano come la produzione di auto in Italia sia ora un terzo del totale delle immatricolazioni, mentre altri paesi, come Germania, Francia e Spagna, immatricolano meno auto di quante ne producono. Per questo anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni è tornato a chiede di non concedere incentivi alla Fiat se l'azienda non offrirà garanzie occupazionali.