«Solidarietà, pilastro dell'impresa»
LeonardoVentura Giovanni Ialongo, Presidente di Poste Italiane, riceve oggi la Laurea «Honoris causa» in Diritto Civile dalla Pontificia Università Lateranense. La cerimonia di consegna delle Insegne è in programma alle 11.30 presso l'Aula Magna «Papa Benedetto XVI». In occasione della medesima cerimonia al prof. Emmanuele Emanuele sarà conferita la laurea Honoris causa in Diritto Canonico. Ialongo che riceve il titolo dottorale da Monsignor Rino Fisichella, Rettore dell'Ateneo Lateranense spiega a Il Tempo la profonda influenza che la Dottrina sociale della Chiesa ha avuto sulla sua formazione umana e manageriale. È un riconoscimento che completa il suo percorso personale e manageriale ispirato dalla Dottrina sociale della Chiesa? «Senz'altro. La Dottrina sociale della Chiesa è stato il faro che ha illuminato la mia vita professionale. Anche nell'attività sindacale sono stati quei principi a guidare la mia azione e ora, nel mio ruolo manageriale non dimentico mai che la dignità umana del lavoratore deve essere sempre messa al centro di ogni mia azione». Qual è l'insegnamento principale che ha tratto dai principi sociali cristiani? «Quello secondo cui impegnarsi per un'impresa creativa e solidale vuol dire concorrere ad edificare una comunità che coinvolga lavoratori, imprenditori e dirigenti sulla base del principio fondamentale del rispetto della dignità di ciascuna persona che contribuisce al processo produttivo o alla gestione aziendale». La solidarietà può essere elemento essenziale del modello di impresa? «Ne sono convinto. Per solidarietà intendo ciò che chiamo «cooperazione comunitaria» tra le diverse figure protagoniste della vita aziendale e che considero uno dei campi in cui la Dottrina sociale può trasmettere un messaggio importante per chi decide le politiche nello Stato e nell'impresa». Come mai il messaggio della Dottrina sociale della Chiesa è così poco ascoltato dalla politica? «Per qualche decennio i principi sociali cristiani non hanno ricevuto molta attenzione dai politici ed economisti, una disattenzione che ha contribuito a mettere in crisi il rapporto economia-persona. Ora, però, sembra che questo rapporto stia ridiventando una priorità per i Governi, con l'affermazione dei principi sociali cristiani in economia come ad esempio il dibattito sull'introduzione del quoziente familiare. Anche le aziende stanno recuperando una sensibilità che aiuta a ricreare coesione tra management e maestranze per l'obiettivo comune della salute dell'impresa». È stato per anni un leader Cisl del settore poste e telecomunicazioni. Come giudica l'azione del sindacato durante la crisi? «Il sindacato ha difeso i redditi e i posti di lavoro in un quadro veramente difficile e lo ha fatto secondo i principi di mutualità e di solidarietà della tradizione cristiana e socialista, profondendo a mio giudizio un enorme impegno e grandissimo senso di responsabilità». Su quali strumenti punta Poste Italiane per valorizzare i lavoratori? «Poste Italiane è un'azienda fortemente innovativa che cammina sulle gambe di una comunità di oltre 150 mila persone. La chiave del nostro successo in questi anni è stata e sarà la costante valorizzazione delle risorse umane. Investiamo risorse cospicue per formazione, specializzazione del personale, nonché benessere dei lavoratori».