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"Termini Imerese non va chiusa"

Claudio Scajola

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Gli incentivi all'auto «sono un doping che falsa no il mercato quindi devono scendere per riportarci alla normalità». Il monito è stato lanciato dal ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola che sul rinnovo degli incentivi per l'auto frena. «Si tratta di un problema europeo e l'Italia non può comportarsi diversamente da altri, per questo stiamo valutando la questione insieme agli altri paesi europei». E sempre in tema di incentivi il ministro ha ribadito che, visti i buoni risultati ottenuti nel 2009 sulle auto immatricolate, si sta valutando l'opportunità di «applicarli anche a taluni settori che potrebbero beneficiarne sempre nella logica del risparmio, dell'efficienza energetica e del rispetto ambientale». «Si tratta - ha concluso Scajola - di prodotti per i quali, aiutandone il consumo, aiutiamo a mantenere una occupazione forte in settori industriali in difficoltà». Il nodo del rinnovo degli incentivi all'auto è strettamente legata al futuro degli stabilimenti della Fiat al Sud. Sicchè sarà decisivo l'incontro che Scajola avrà con i vertici del Lingotto per il 22 dicembre che dovrebbe illustrare il piano industriale per l'Italia. «Mi auguro che sia un programma ambizioso di crescita della produzione in Italia sia come numero di pezzi, ma anche come investimenti di nuovi prodotti e di nuovi modelli». L'ad della Fiat Marchionne, proprio il giorno prima, nell'incontro con il Gruppo Dirigenti Fiat, aveva lanciato un messaggio all'indirizzod el governo. Dopo avere sottolineato che nel 2009 la Fiat ha reagito alla crisi «senza chiedere aiuto a nessuno», aveva però aggiunto «ma sola non può fare tutto». Ieri quindi la risposta di Scajola che ha insistito sul piano industriale affinchè garantisca l'aumento della produzione in Italia e quindi salvaguardi i siti del Sud e ha lanciato un monito: «Non possiamo cancellare nessun polo industriale nel nostro Paese. Anzi dobbiamo aumentare la nostra vocazione industriale». Scajola ha rammentato che «l'Italia è un Paese industriale, il secondo paese industriale europeo. Se abbiamo retto in questa difficile situazione lo si deve in gran parte alla politica industriale. Altri paesi che hanno scelto la finanza sono crollati. Stando così le cose non possiamo cancellare nessun polo industriale». Intanto Termini Imerese si prepara alla manifestazione di domani organizzata da Fim, Fiom e Uilm contro la decisione della Fiat di non produrre più auto nella fabbrica siciliana a partire dal 2012. Nel giorno della manifestazione gli operai della Fiat e dell'indotto sciopereranno per otto ore. La Fiom ha annunciato che non firmerà l'accordo, nell'incontro del 22 dicembre a Palazzo Chigi, senza garanzie per tutti i posti di lavoro. Lo stesso impegno chiede l'Ugl e il segretario generale, Renata Polverini, ha chiesto all'azienda «uno sforzo in più. L'Italia ha avuto tanto dalla Fiat, ma anche la Fiat ha avuto tanto dall'Italia. Ci deve dire quante automobili vuole costruire nel nostro Paese». la salvaguardia degli stabilimenti produttivi della Fiat nel Sud si inquadra secondo il ministro dello Sviluppo Economico in uno scenario che va migliorando. Scajola è tornato sui dati positivi dell'economia che vengono da istituti internazionali. «Numerosi indicatori tornano finalmente con il segno più, tanto da accrescere la fiducia di imprese e consumatori nel futuro. L'incremento dello 0,6% del Pil nel terzo trimestre - ha detto Scajola - dopo 5 trimestri consecutivi di flessione, e la ripresa del fatturato e degli ordinativi industriali, tanto sul mercato interno come su quello estero, testimoniano un timido inizio di una nuova fase che mette fine all'andamento dei mesi scorsi».

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