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Asse Tokio-Berlino nell'auto

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Wolkswagen prende il 19,9% della nipponica Suzuki

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Ilcolosso di Wolfsburg, numero tre al mondo, rilancia le sue ambizioni di leadership globale: sigla l'alleanza «omnicomprensiva» con l'acquisto del 19,9% del capitale della casa nipponica attraverso un investimento di 222,5 miliardi di yen (circa 1,6 miliardi di euro). A sua volta, Suzuki userà quasi la metà delle risorse ricevute (100 miliardi) per rilevare azioni Volkswagen, con una prima tranche da 50 miliardi. «La compagnia proverà ad assicurarsi la sopravvivenza nel settore grazie a una partership paritaria», ha spiegato Osamu Suzuki, numero uno della società nonché marito di una nipote del fondatore (di cui ha preso il cognome), tornato in plancia di comando a dicembre del 2008. Il gruppo tedesco non salirà nel capitale, almeno nel breve termine: «Coopereremo - ha aggiunto - quando necessario, ma intendiamo andare avanti in via indipendente». Parole che sembrerebbero tradire scarso entusiasmo, ma che in realtà tengono conto del fallimento di una analoga partnership globale con General Motors e che avviata nel 1981 - con l'acquisto del 20% del capitale - si è dissolta progressivamente fino, da ultimo, al recente scioglimento delle joint venture in Canada. All'affollata conferenza stampa di Tokyo, presso il quartier generale di Suzuki, c'era anche Martin Winterkon, amministratore delegato di Volkswagen. «L'industria dell'auto vive una fase di transizione delicata dopo la crisi, ma due delle principali case costruttrici mondiali si mettono insieme e si preparano ad affrontare le crescenti sfide. Insieme - ha osservato - possiamo massimizzare le nostre opportunità». Sulla base dei risultati del 2008, la società nipponica ha venduto 2,36 milioni di veicoli, poco meno di un terzo dei 6,25 milioni di pezzi del gruppo tedesco, mentre in base ai dati maturati nel 2009 superano il leader mondiale Toyota.

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