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Cresce il Pil, consumi fermi

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Economia, consumi

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L'economia di Eurolandia è davvero ripartita. La conferma arriva dai dati di Eurostat che, per il terzo trimestre dell'anno, indicano un Pil in crescita dello 0,4%, dopo 15 mesi in caduta libera. E l'Italia, con un +0,6%, cresce più della media europea. Si rafforza dunque il quadro delle ultime previsioni fatte dalla Commissione Ue, che indicano chiaramente una ripresa a partire dalla seconda metà del 2009, e che si va gradualmente rafforzando nel 2010 e 2011. Per ritrovare il segno più davanti al Pil della zona euro, bisogna risalire al primo trimestre del 2008 (+0,7%), cui sono seguiti ben cinque trimestri consecutivi col segno meno. Il picco della recessione è stato quindi toccato nei primi tre mesi del 2009, chiusi con un -2,5%. Ma ora i numeri sembrano confermare che la svolta tanto attesa è in atto, con una chiara inversione di tendenza che riguarda tutte le principali economie europee (nell'intera Ue il Pil del terzo trimestre è tornato a crescere dello 0,3%). A guidare questo inizio di ripresa è la Germania (+0,7%). Cresce anche il Pil della Francia (+0,3%), ma meno di quello dell'Italia (+0,6% contro il -0,5% del secondo trimestre 2009, il -2,7% del primo e il -2,1% degli ultimi tre mesi del 2008). Ancora sottozero, invece, la Spagna e il Regno Unito, il cui Pil nel terzo trimestre dell'anno è calato dello 0,3%. Il settore trainante - secondo le indicazione dell'ufficio europeo di statistica - è quello delle esportazioni, cresciute nel terzo trimestre del 2,9% nella zona euro, e del 2,4% nell'intera Ue. Continuano invece a segnare il passo i consumi delle famiglie (-0,2%), a riprova che - passata la bufera sulle economie - resta ancora da pagare il prezzo sociale della crisi, con la perdita di posti di lavoro e il numero di disoccupati in costante aumento. Non decollano dunque i consumi e - sempre secondo Eurostat - non decollano le vendite al dettaglio, rimaste stabili in ottobre rispetto al mese precedente in cui erano calate dello 0,9%. Anche per questo l'attesa ripresa resta al momento ancora fragile e molto graduale. Eppure la Bce ha già cominciato a dare il via alla «exit strategy» con cui ritirerà le misure d'emergenza prese contro la crisi. Il consiglio direttivo di Eurotower ieri ha lasciato i tassi invariati all'1% per l'ottavo mese consecutivo, livello cui resteranno probabilmente fino a 2010 inoltrato.   «I tassi sono appropriati», ha spiegato il presidente Trichet segnalando che al momento non è in vista una stretta monetaria. E in tema di tassi nel 2010 una famiglia su quattro, tra quelle che acquisteranno la casa chiedendo un finanziamento, sarà «a rischio povertà» a causa di una rata che «si mangia» circa il 30% del reddito disponibile. L'allarme lo ha lanciato un rapporto curato dall'Osservatorio regionale sul costo del credito, promosso dalla Caritas e Fondazione Responsabilità Etica. Ma l'Abi tranquillizza: «in Italia fortunatamente non c'è nessuna tragedia generalizzata sul fronte del credito»  

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