Telecom punta sul Brasile

Un'areageografica messa nel mirino dalla società telefonica guidata dall'ad Franco Bernabè. Resta infatti ancora aperto il dossier della vendita degli asset detenuti in Argentina mentre il gruppo è deciso a concentrare gli sforzi in Brasile. I consiglieri hanno poi ascoltato, in vista della chiusura dell'anno, una disamina sulla gestione. «Il Cda è andato benissimo. Dovevamo analizzare scenari e strategie», ha detto Bernabè, lasciando il quartiere generale del gruppo telefonico. «Adesso abbiamo deciso di concentrare - ha sottolineato - i nostri sforzi sul Brasile, che è un paese che ha straordinarie opportunità di crescita. Dal Brasile può venire un supporto forte a tutta la strategia del gruppo». «Ieri (mercoledì ndr) - ha annunciato Bernabè - c'è stato un ulteriore passo in avanti nell'operazione di fusione tra Tim Brasil e Intelig, che rappresenta un asse formidabile di espansione». A riprova che «non facciamo solo dismissioni, ma anche acquisizioni in quelle che per noi sono aree strategiche», ha ripreso, rispondendo a distanza alle critiche degli azionisti di minoranza, dalla Findim di Marco Fossati, socia con una quota del 4,9%, ai piccoli soci riuniti nell'Asati, che hanno pesantemente contestato il piano di dismissioni. Fossati in particolare, in vista della riunione odierna, aveva «diffidato il Cda dal porre in essere ogni atto di disposizione della partecipazione» in Argentina, soprattutto perché le offerte dei potenziali acquirenti non sarebbero adeguate. «Non era all'ordine del giorno prendere decisioni» su Telecom Argentina, ha chiarito Bernabè che, interpellato su eventuali discussioni sul tema, si è limitato a rispondere che «si fanno tante discussioni». Al board hanno partecipato anche i vertici di Telefonica Cesar Alierta e Julio Linares, i quali hanno lasciato la riunione prima degli altri. L'azionista spagnolo è stato definito senza mezzi termini «ingombrante» dall'Asati, l'associazione piccoli soci, e la sua presenza nell'azionariato di Telecom è criticata anche dal fronte politico. Ieri Sacconi sul punto ha detto: per Telecom Italia «Telefonica sembra un partner ingombrante e lo porta a non gradire la crescita all'estero che è la condizione per gli investimenti in Italia». Quanto ai conti del gruppo, «Quello lo vedremo alla fine del 2009», ha glissato l'ad di Telecom mentre una nota della società ha indicato per il 25 febbraio il board per approvare il bilancio e il 12 aprile l'assemblea. Intanto il consiglio ha nominato Andrea Mangoni quale dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili, in sostituzione di Marco Patuano, passato alla guida della direzione Domestic Market Operations.