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Vertice Marchionne-Scajola: "Piano condiviso con il governo"

Il ministro dello Sviluppo Scajola (a sinistra) incontra l'ad della Fiat Marchionne

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Nella sede del ministero dello Sviluppo economico il faccia a faccia tra il ministro Claudio Scajola e l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne. Al centro del confronto, il piano industriale e il futuro dello stabilimento di Termini Imerese. L'incontro tra Scajola e Marchionne arriva dopo il botta e risposta a distanza della scorsa settimana sul destino dell'impianto siciliano. Ieri Scajola ha incontrato le organizzazioni sindacali sottolineando che la Fiat dovrà aumentare la produzione di vetture in Italia. Il vertice a palazzo Chigi tra Governo, azienda e sindacati si terrà il 21 o il 22 dicembre. Dati alla mano il ministro ha sottolineato che "numerosi indicatori tornano ad essere positivi tanto da farci ritenere che la nostra economia sia ormai giunta ad un punto di svolta: lo testimoniano la crescita dello 0,6% del Pil del terzo trimestre, dopo cinque trimestri continui di  flessione e la ripresa del fatturato e degli ordinativi industriali. Sono dati - ha aggiunto - che dovrebbero portarci nel 2010 ad una crescita dell'1,1% in base alle più recenti previsioni dell'Ocse". Per il ministro ora occorre affrontare "la questione del pesante debito pubblico, che va tenuto sotto controllo e progressivamente ridotto e puntare al rafforzamento del sistema produttivo e dell'occupazione". "La posizione della Fiat sul futuro dello stabilimento di Termini Imerese non cambia: dal 2011 non si produrranno più vetture nel sito siciliano. Ma per il momento non si sa ancora quale sarà lo sviluppo di Termini". Così l'ad della Fiat al termine del vertice con il ministro. "Non voglio andare ad aggravare la situazione - ha spiegato Marchionne - a giugno siamo stati molto chiari. Abbiamo detto che non avremmo più prodotto vetture in Sicilia. Questo è un  discorso che ha una base razionale ed economica e abbiamo condiviso i dati con il ministro". L'ad del Lingotto ha aggiunto che "la nostra posizione non sta cambiando. Quello che può cambiare è solo lo sviluppo diverso  di quello stabilimento. Dico che non si faranno vetture, cos'altro si farà non si sa". Intanto la Fiat conferma l'impegno per il Paese. "Con  il ministro abbiamo condiviso i dati - ha aggiunto l'ad Fiat - abbiamo preso la decisione per riportare tutto alla riunione con  il governo del 21 o 22 dicembre". In quell'occasione la  Fiat presenterà all'esecutivo il suo piano industriale. Dal canto suo il ministro ha ribadito che "il governo è pronto a fare la sua parte purchè la Fiat aumenti la produzione in Italia". I dati in nostro possesso - ha aggiunto il ministro - dicono che dobbiamo incrementare la produzione di auto in Italia in modo significativo soprattutto ora che il mercato è in crescita".  

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