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Borse, tempesta nel Golfo

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Dubai - In fumo 152 miliardi di euro di capitalizzazione con perdite per i principali indici azionari superiori al 3%

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Venerdì scorso alla chiusura delle contrattazioni nelle Borse europee il panico per il possibile default di Dubai World, la holding statale che investe nei faraonici progetti immobiliari, Dubai era rientrato. Le piazze europee avevano metabolizzato le perdite possibili nell'area del Golfo. Ieri alla riapertura la Borsa dell'emirato è crollata, trascinando nel vortice ribassista anche quella di Abu Dhabi. Mentre il governo di Dubai ha fatto sapere che non ha garantito il debito della holding statale alle prese con passività per 59 miliardi di dollari, ma ha rimandato ai creditori la responsabilità di ristrutturare il debito del colosso in crisi. Insomma un lunedì nero che si è tradotto in un crollo del 7,3% sulla piazza di Dubai, il maggior calo dall'ottobre 2008, e dell'8,3% su quella di Abu Dhabi, il crollo più consistente da almeno otto anni. Certo gli scambi sono sono stati estremamente rarefatti, con molte offerte di vendita e praticamente nessuna domanda d'acquisto. Ma nonostante le altre borse del Golfo fossero chiuse, l'ondata ribassista ha coinvolto anche il mercato del Cairo, che ha chiuso con un calo dell'8%. Quanto alla mancata garanzia del debito della Dubai World da parte del governo, il direttore generale del ministero delle Finanze di Dubai, Abdulrahman Al Saleh, ha fatto sapere che la società «ha ricevuto finanziamenti in base al programma dei progetti, ma non garanzie del governo». «La ristrutturazione del debito è una saggia decisione che è nell'interesse delle parti nel lungo periodo ma che potrebbe creare dei problemi ai creditori nel breve» ha sottolineando Saleh dicendosi tuttavia dubbioso sul fatto che l'extra liquidità promessa dalla Banca centrale degli Emirati Arabi sarà necessaria. Né grandi preoccupazioni per gli effetti del crollo sembrano mostrare al momento le agenzie di rating: Moody's ha annunciato che la ristrutturazione del debito di Dubai World non dovrebbe costituire un pericolo per i rating degli Emirati Arabi Uniti e per Abu Dhabi. E mentre per Morgan Stanley le banche inglesi sono quelle che rischiano di pagare il prezzo più caro per le ripercussioni della crisi, la DBS Group Holdings di Singapore, principale banca del sudest asiatico, ha fatto sapere di aver un'esposizione di circa 1,8 miliardi di dollari nei confronti di Dubai.

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