Draghi: la criminalità ostacola la crescita del Sud
Mentre il ministro dell'Economia Tremonti sta portando avanti il progetto della Banca del Sud e il collega delle Infrastrutture Matteoli, quello del Ponte sullo Stretto, ecco che la Banca d'Italia riaccende i riflettori sui due mali endemici del Mezzogiorno: la criminalità organizzata e l'inefficienza dell'amministrazione pubblica. Due aspetti del Sud che vivono in simbiosi e si alimentano a vicenda giacchè la criminalità organizzata «infiltra le pubbliche amministrazioni» che soffre un ritardo «allarmante» nei servizi essenziali. In un convegno sul Mezzogiorno, il Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha acceso i riflettori sugli «scarti allarmanti» rispetto al centro-nord nei servizi essenziali quali istruzione, giustizia civile, assistenza sociale, trasporti e sanità. In particolare per la sanità «il divario con il nord è dato non da carenza della spesa quanto piuttosto dalla minore efficienza del servizio reso». Nel 2008 la contrazione del pil meridionale, rileva Bankitalia, è stata più severa di quella del Centro Nord, con un -1,4% contro lo 0,9%. Non solo. Se svolgere un'attività produttiva in Italia «è spesso più difficile che altrove per la minore efficacia della Pubblica amministrazione, lo è ancora di più nel Mezzogiorno dove queste difficoltà si accentuano». Alla radice dei problemi del Sud, secondo Draghi, ci sono la carenza di fiducia tra cittadini e tra cittadini e istituzioni, la scarsa attenzione prestata al rispetto delle norme, l'insufficiente controllo esercitato dagli elettori nei confronti degli amministratori eletti, il debole spirito di cooperazione. Per usare una sola espressione, c'è carenza di «capitale sociale». E la malavita si alimenta di questo terreno fertile «inquina la fiducia fra i cittadini, ostacola il funzionamento del libero mercato concorrenziale, accresce i costi della vita economica e civile». La soluzione? Il Governatore boccia le politiche di sussidio alle imprese nel Sud, perché si sono rivelate «inefficaci e distorsive per il mercato». occorre piuttosto investire in applicazione, ovvero «migliorare la qualità dei servizi forniti da ciascuna scuola, da ciascun ospedale e Tribunale, da ciascun ente amministrativo o di produzione di servizi di trasporto, o di gestione dei rifiuti». Quanto ai divari nelle condizioni di accesso al credito, e nel costo dei finanziamenti, sono dovuti in larga misura alla «diversità strutturale delle economie reali e alla maggiore debolezza delle istituzioni che tutelano il rispetto dei contratti». Poi Draghi ha sottolineato che «nascono al Sud tante nuove banche quante ne nascono nel resto d'Italia». Per risollevarsi quindi «il Sud ha bisogno anzitutto dell'applicazione efficace delle politiche nazionali. Draghi promuove il federalismo fiscale che potrà essere una occasione per rendere l'azione pubblica più efficace ma a condizione che «l'imposizione e la spesa a livello decentrato premino l'efficienza, solo se gli amministratori locali saranno capaci di indirizzare le risorse verso gli usi più produttivi e le priorità più urgenti. Altrimenti i divari si aggraveranno». Uno scenario condiviso dal presidente Napolitano che ha sottolineato come «anche il Nord, ha bisogno che il Mezzogiorno si sviluppi per avere un recupero ed un rilancio dell'economia nel suo complesso e una crescita più sostenuta nel prossimo avvenire». Il Capo dello Stato ha incitato la Banca d'Italia a continuare l'azione di «riproporre con forza il tema della condizione del Mezzogiorno e l'obiettivo del suo sviluppo».