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Alta tensione Marchionne-Scajola

A sinistra l'ad Fiat Marchionne; a destra il ministro dello Sviluppo economico Scajola

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Arrivano lezioni di economia dall'ad di Fiat Sergio Marchionne al ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola. E le tensioni per il destino dell'impianto siciliano di Termini Imerese salgono di livello. «Per esperienza mia personale prima di usare un linguaggio pesante come follia uno dovrebbe capire i dati» così replica il numero uno del Lingotto al ministro che aveva definito «una follia» l'eventuale chiusura di Termini Imerese. Marchionne accusa Scajola, che incontrerà martedì prossimo, di aver parlato senza avere una minima idea della situazione dello stabilimento: «Se uno capisce i dati, magari tira conclusioni diverse», dice davanti al Tribunale di Torino, dove si svolge l'udienza del processo sull'equity swap Ifil-Exor. Scajola da Mosca ribadisce la sua posizione. «Non si può fermare o far crollare un polo industriale come Termini Imerese dove c'è la disponibilità da parte del settore pubblico, sia la Regione sia il governo, a proseguire investimenti per la migliore infrastrutturazione di quell'area - afferma -. Su Termini Imerese nel tempo gli investimenti della Fiat e quelli pubblici sono stati significativi». «Comprendo la necessità che tutto il comparto automobilistico abbia bisogno di ristrutturazione - aggiunge il ministro - ma non si può pensare nel nostro Paese di diminuire lo sviluppo industriale, tanto più nel Meridione dove vogliamo intensificare la presenza industriale, facendo la nostra parte». Dal governo si alzano più voci a sostegno di Scajola. «La risposta data da Marchionne non è consona nei confronti di un ministro», commenta il titolare delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli. «Penso che il ministro Scajola conosca bene la situazione di Termini Imerese e ha parlato a nome di tutti», osserva il collega del Lavoro, Maurizio Sacconi, secondo il quale «Marchionne dovrebbe dare sempre per presunto che il ministro conosca i dati. Ciascuno deve sempre presumerlo nell'altro per principio, fino a prova contraria». Concorda con Scajola anche il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che ribadisce: «Lo stabilimento Fiat di Termini Imerese è strategico per il sistema Paese e per il Mezzogiorno.

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