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Gas, Turkmenistan ultima frontiera

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Maancora di più per quello che lascia prevedere: lo studio dell'ipotesi di futuri accordi «per l'export di gas verso l'Occidente, una via che non riguarderà né il gasdotto South Stream, né il Nabucco». È quello che hanno firmato ieri a Palazzo Chigi l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, e il direttore dell'Agenzia del Turkmenistan, Yagshygeldy Kakayev, alla presenza del presidente della Repubblica del Turkmenistan, Gurbanguly Berdimukhamedov, e del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «L'area del Caspio - ha detto Scaroni - è strategica da sempre: tutti i gruppi petroliferi che vogliono giocare un ruolo importante non possono essere assenti», anche perché «dal Caspio si muoveranno le nuove vie energetiche». Quindi, ha spiegato, «gli accordi di questi giorni sono fondamentali». E l'Eni, ha aggiunto con orgoglio l'amministratore delegato, «è nelle migliori condizioni per collaborare con il Turkmenistan perché è la prima e unica grande compagnia petrolifera presente nel Paese». Ieri mattina, prima della firma ufficiale, il presidente del Turkmenistan ha incontrato separatamente sia l'ad dell'Eni, sia il numero uno di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini. Un incontro che Scaroni ha definito «molto positivo» e in cui si è parlato anche del progetto di un gasdotto trans-afghano: un piano a lungo termine per la creazione di un'infrastruttura che attraverso l'Afghanistan porti gas dal Turkmenistan fino al Pakistan e all'India, in grado di ridisegnare le mappe internazionali dell'energia. «C'è il nostro interesse ma non è una cosa "di domani" - ha detto Scaroni - spostiamo il progetto più avanti, quando la situazione in Afghanistan sarà più chiara». L'accordo siglato dall'Eni è stato uno dei quattro capitoli di cooperazione tra Italia e Turkmenistan che hanno caratterizzato la visita del presidente Berdimukhamedov in Italia: sono state sottoscritte intese istituzionali anche sul fronte a protezione e promozione degli investimenti, la cooperazione nel settore dei beni culturali e la collaborazione tra le rispettive Camere di Commercio. «L'Italia è per noi come una «porta aperta verso l'Europa», ha assicurato il presidente turkmeno. Parole a cui hanno fatto eco quelle di Silvio Berlusconi: «Accettiamo la sua offerta di costituzione di una commissione per aumentare i rapporti commerciali e industrialì, ha detto Berlusconi a Berdimukhamedov, aggiungendo che l'Italia intende aprire un'ambasciata ad Asgabat. Ma non c'è stata solo l'economia: nei colloqui tra i due leader sono stati affrontati anche i rapporti con i paesi che confinano con il Turkmenistan, come Afghanistan e Iran e, più in generale, la questione mediorientale.

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