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Draghi lancia l'allarme per il Sud: "Mafia nella P.A. e servizi scarsi"

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Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi

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"Grava su ampie parti del nostro Sud il peso della criminalità organizzata". L'allarme arriva dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi che aggiunge: "Essa infiltra le pubbliche amministrazioni, inquina la fiducia fra i cittadini, ostacola il funzionamento del libero mercato concorrenziale, accresce i costi della vita economica e civile".   Carente il "capitale sociale" - Draghi, in occasione del convegno sulla politica economica per il Mezzogiorno, punta il dito contro "la carenza di fiducia, la scarsa attenzione prestata al rispetto delle norme, l'insufficiente controllo esercitato dagli elettori nei confronti degli amministratori eletti, e il debole spirito di cooperazione". Per il governatore, dunque, "è carente quello che viene definito capitale sociale".   Aumenta il divario Nord-Sud - Tutto ciò non fa che aumentare il divario tra il Sud e il Centro Nord nei servizi essenziali per i cittadini e le imprese che per Draghi rimane ampio. Gli scarti più "allarmanti", ha detto il numero uno di Bankitalia, sono "nell'istruzione, nella giustizia civile, nella sanità, negli asili, nell'assistenza sociale, nel trasporto locale, nella gestione dei rifiuti, nella distribuzione idrica". "In più casi, emblematico è quello della sanità, il divario deriva chiaramente dalla minore efficienza del servizio reso, non da una carenza di spesa", accusa Draghi, per il quale svolgere un'attivià imprenditoriale nel Mezzogiorno "è più difficile che altrove".   Lo sviluppo del Meridione serve al Paese - A tal proposito il Governatore di Bankitalia spiega che "i sussidi alle imprese sono stati generalmente inefficaci: si incentivano spesso investimenti che sarebbero stati effettuati comunque", fatto che crea distorsioni che "penalizzano gli imprenditori più capaci". Insomma, spiega Draghi, "occorre investire in applicazione, piuttosto che in sussidi". Lo sviluppo del Mezzogiorno per Draghi serve a tutto il Paese: "un sentiero di crescita più elevato di quello dello scorso decennio è essenziale" per la stabilità finanziaria e l'abbattimento del debito, per le infrastrutture da potenziare e alla fine per poter ridurre il prelievo fiscale, sottolinea. Invece "da lungo tempo i risultati economici del Mezzogiorno d'Italia sono deludenti, mentre divario di Pil pro-capite rispetto al centro nord è rimasto sostanzialmente immutato per trent'anni". Il problema del lavoro - Il numero uno di Bankitalia evidenzia il triste primato del Meridione, "il territorio arretrato più esteso e più popoloso dell'area dell'euro", in cui "il processo di cambiamento è troppo lento. I flussi migratori verso il centro nord sono di nuovo ingenti, coinvolgono molti giovani anche con elevati livelli di scolarizzazione impoveriscono il capitale umano del sud". Sul versante delloccupazione giovani e donne restano sempre più spesso fuori dal mercato del lavoro e "un quinto del lavoro è ancora irregolare, più del doppio che nel centro nord, che pure presenta valori superiori a quelli di Francia, Germania e Regno Unito".  

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