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Crisi, Ocse: ripresa lenta e incerta

Economia in crisi

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"La mediocrità delle performance economiche in Italia prima della crisi incita alla prudenza circa l'eventualità di una ripresa rapida e precoce o di un'accelerazione forte in seguito". Ad affermarlo, nell'Economic Outlook presentato oggi, è l'Ocse che sottolinea che l'attività economica in Italia  "potrebbe essere più debole del previsto nel medio termine se la situazione finanziaria mondiale migliora meno del previsto o se il miglioramento degli scambi mondiali è più contenuto".   La crescita può rafforzarsi nel 2011 -  Al contrario, rileva l'organizzazione internazionale con sede a Parigi, "il forte aumento del pil registrato nel terzo trimestre potrebbe essere più duraturo rispetto alle nostre previsioni, mentre il tasso di crescita potrebbe rafforzarsi maggiormente nel 2011 se l'influenza del miglioramento delle condizioni finanziarie è stato sottostimato".   Disoccupazione in crescita - La grave recessione che colpisce l'Italia, osserva l'Ocse, "è iniziata prima" rispetto alla maggior parte degli altri paesi. Ma l'attività "è migliorata nel terzo trimestre": il miglioramento delle condizioni finanziarie "ha contribuito a restaurare la fiducia e a spingere la domanda interna". La produzione industriale, dopo una caduta che si è conclusa nella primavera, "si è stabilizzata ad un livello basso" ma "il suo forte aumento mensile è all'origine della ripresa del pil nel terzo trimestre". Nonostante questo "la continuità di questa ripresa è incerta". Per quanto riguarda i conti pubblici l'Ocse sottolinea la necessità "di sforzi importanti di risanamento a partire dal 2011 quando la ripresa tornerà". La disoccupazione italiana salirà all'8,5% nel 2010 e all'8,7% nel 2011. Quest'anno, secondo l'Organizzazione internazionale, la quota dei senza lavoro passerà dal 6,8% al 7,6%.   Lo scudo sia una misura eccezionale -  L'Ocse raccomanda inoltre all'Italia di assicurarsi che i contribuenti percepiscano lo scudo fiscale come "una misura eccezionale". Perché altrimenti, rileva l'ente parigino nella scheda dedicata alla penisola nel suo ultimo Economic Oulook, gli italiani "potrebbero pensare che sono probabili altre ammnistie fiscali". In generale nello studio l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico riconosce comunque che in Italia si è fatto meno ricorso  a misure fiscali una tantum, e anche se le entrate si sono indebolite sono state evitate misure di stimolo all'economia, in questo  modo si è riusciti a contenere l'andamento del deficit di fondo.  

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