Draghi: sempre più difficile riformare la finanza
La situazione economica migliora e cresce il potere di chi vanta interessi di parte ed è contrario alla riforma delle regole della finanza globale dove sono in arrivo «sfide difficili» e per questo è il tempo di prendere decisioni a breve evitando la «cecità collettiva» che ha colpito tutti, mercato e autorità, prima della crisi. Il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, che ricopre anche la carica di presidente dell'Fsb, ammonisce a non abbassare l'impegno per la riforma del sistema finanziario e spiega come nel Board, incaricato dal G20 di scrivere le nuove regole, si è ancora a una fase iniziale della discussione sui modi per evitare i rischi derivanti dalle banche «troppo grandi per fallire» in grado di causare danni all'intero sistema. Davanti a una scelta platea di economisti e autorità di vigilanza italiani e stranieri convenuti per la conferenza Bce-Cfs, Draghi cita gli esempi della Northern Rock e di Lehman Brothers per ricordare come «non c'è un modello di banca che si è mostrato più fragile di altri perchè più complesso. Tutti i tipi di banche sono falliti, banche puramente commerciali, universali o di investimento». E intanto l'Economist si chiede se l'Italia sia «troppo piccola» per Draghi che è un candidato naturale, assieme al tedesco Axel Weber, alla presidenza della Bce.