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Elettronica alla conquista dell'India

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Nelcuore della Tiburtina Valley a pochi chilometri dal Campidoglio si fabbricano «scudi». Non sono più quelli che consentirono agli eserciti di Roma di conquistare il mondo. Oggi sono un concentrato di microchip in un contenitore poco più grosso di una scatola di scarpe. Ma sono tra i migliori al mondo e competono con quelli americani. Si chiamano contromisure elettroniche e li progetta e costruisce la Elettronica Spa, guidata dal presidente e ad, Enzo Benigni che a Il Tempo dice «creiamo sistemi in grado di disorientare le armi puntate contro quelle che noi chiamiamo piattaforme e che possono essere navi, aerei o carri. Dalla fondazione dell'azienda, a Roma 60 anni fa, facciamo solo quello. Per questo siamo considerati tra i migliori al mondo» Non vendete oggetti di largo consumo. Chi è il compratore? I governi. Principalmente quelli dei paesi Nato. Ma sempre di più quelli dei paesi emergenti per i quali con la crescita del Pil aumentano le necessità di difesa. Ad esempio? Emirati Arabi, Brasile e India. Quest'ultimo è in particolare nei nostri piani di espansione. È un mercato immenso ed è lì che si gioca una parte della nostra internazionalizzazione. È ancora in itinere ma dovrebbe decollare a fine anno una joint venture con un gruppo locale Alpha Design Technology. Può spiegare cosa producete esattamente? Alta tecnologia nel settore della difesa militare. Un esempio. Sulle ali del caccia Eurofighter, alla cui costruzione partecipiamo, c'è un contenitore che protegge il velivolo da ogni attacco esterno. Un autentico concentrato di tecnologia. Perché i vostri strumenti sono così all'avanguardia? Ammodernamento continuo in relazione alle esigenze dei committenti. Oggi parte delle nostre intelligenze sono messe oltre che sulla difesa militare anche su quella civile. Dunque su dispositivi che consentono di effettuare indagini elettroniche e di ottenere informazioni in tempo reale per arginare le nuove minacce come il terrorismo internazionale. E ancora sistemi per scoprire esplosivi negli aeroporti e nelle stazioni o per proteggere dati sensibili. Ci dà un identikit di chi lavora con voi? Ingegneri e tecnici elettronici sono la nostra forza. I primi sono il 40% del nostro organico composto da 800 dipendenti. Saranno tutti geni? Sono i migliori che arrivano dalle principali università romane. Con le quali abbiamo siglato partnership di studio. Ma la cosa che sottolineo è che diventano veramente bravi qui dentro. Nei nostri laboratori ci sono 60 anni di storia e di conoscenza dei sistemi di difesa elettronici. Parliamo di numeri? I ricavi sono intorno ai 200 milioni di euro all'anno. Abbiamo in portafoglio un miliardo di euro di ordini. Nel 2008 siamo la quarta azienda al mondo nel settore dopo colossi Usa come la Bae System e la Northrop. Spendiamo in Ricerca e Sviluppo in media attorno al 10% dei ricavi. Chi partecipa alla vostra azienda? Il 35% è della nostra famiglia, il 32% di Finmeccanica e il 33% della Thales. Soci importanti... Lavoriamo in piena autonomia e la loro presenza ci rafforza nelle gare internazionali.

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