L'economia è femminile, gli attori sono maschi.
Perònon sembra esserci alcun elemento del sesso debole a ricoprire cariche di Presidente, Amministratore Delegato di Istituti di credito. Nei consigli di amministrazione la presenza femminile è assai scarsa. La donna occidentale si è emancipata da poco più di un secolo. Ora, nel nostro mondo, non paiono esserci ostacoli a che una donna possa fare carriera e raggiungere posti di responsabilità, anche nell'organo amministrativo. Non c'è dubbio che, sino a pochi anni orsono l'ambiente bancario era maschilista. Si cerca di correre ai ripari introducendo le quote rosa. Sono certo, e lo posso dire con cognizione di causa, per averlo sperimentato, che la donna, al pari dell'uomo può arrivare al ponte di comando. Non per quota che è offensivo, ma per capacità e merito. Si dice che stabilire per legge la percentuale di posti spettanti alle donne ristabilirà un equilibrio sbilanciato a favore dell'uomo. Io sono per la parità. Non esiste intelligenza o capacità ex legge. Ben vengano le donne a ricoprire in banca incarichi di massima responsabilità. Ma per favore non umiliamole con proposte che hanno soltanto lo scopo di una gratuita pubblicità. Con donne che avanzano avremo vantaggi per tutti. Ma il merito è nel cervello e non nelle gonne o nei pantaloni.