La ripresa arriva a piccoli passi
La ripresa c'è ma è frenata dall'alto debito pubblico che sottrae risorse agli investimenti in infrastrutture e formazione. Il peggio è alle spalle per tutta l'Europa anche se resta l'incognita della disoccupazione. Il miglioramento degli indici economici non si traduce, al momento, in un incremento dei posti di lavoro. L'alto debito pubblico italiano e la criticità del mercato del lavoro sono i due fattori su cui la Commissione europea ha acceso i riflettori. Dalle previsioni autunnali di Bruxelles emerge uno scenario a luci e ombre. Il commissario europeo agli affari monetari Joaquin Almunia si mostra molto cauto: l'economia europea sta uscendo dalla crisi ma nel 2010-2011 la disoccupazione continuerà ad essere a livelli sostenuti. Le previsioni indicano che nell'area euro, i senza posto nel 2010 saranno il 10,7% della popolazione attiva e saliranno nel 2011 al 10,9% (ma in Italia all'8,7%). «Le difficoltà del mercato del lavoro e gli ostacoli agli investimenti potrebbero avere conseguenze più pesanti del previsto», dice la Commissione europea. Almunia quindi chiede ai gioverni di mantenere alta la guardia giacchè «la strada che abbiamo davanti rimane difficile». Il pil di Eurolandia, secondo le previsioni, salirà allo 0,7% nel 2010 e all'1,5% nel 2011. Anche l'Italia uscirà dalle sabbie mobili della recessione, con un pil allo 0,7% nel 2010 e all'1,4% nel 2011, trainato soprattutto da consumi ed esportazioni. Ma sulla sua crescita pesano le «debolezze strutturali» dell'economia, un debito pubblico sempre più elevato e un deficit sopra il 5% anche nel 2011. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale il debito pubblico salirà a quota 120,1% nel 2010. L'organismo di Washington sostiene che per riportare la zavorra del debito al 60% entro il 2030 il governo dovrà pensare a mettere in campo una manovra pari al 4,8% del Pil nel decennio 2010-2020 innalzando l'avanzo primario strutturale. Bruxelles ha confermato che il 2009 è l'anno in cui la recessione ha toccato il fondo (con un Pil a -4% nella zona euro). Ma è anche l'anno in cui l'economia si è rimessa in moto. E nel 2011 tutti i Paesi dovrebbero ritrovarsi con un Pil in terreno positivo. A trainare, tra le maggiori economie, saranno soprattutto la Germania (1,2% nel 2010 e 1,7% nel 2011) e la Francia (1,2% e 1,5%). Almunia sostiene che per sostenere la ripresa «bisognerà attuare le misure annunciate e ristrutturare il settore bancario». Le exit strategy dovrannopartire per tutti i Paesi al massimo nel 2011.