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Ue verso la fine della recessione ma il debito grava sulla ripresa

Il tasso di disoccupazione di ottobre è salito all'8%, il livello più alto da novembre 2004

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L'economia europea si avvia sulla strada di una «ripresa graduale». Lo rivela la Commissione europea nelle sue previsioni d'autunno. Pur confermando la permanenza del Pil in territorio negativo nel 2009 a quota -4 per cento, Bruxelles spiega che «insieme all'impatto positivo prodotto dal miglioramento della fiducia dei vari settori e paesi, la crescita è attesa positiva nel terzo trimestre del 2009 sia nell'Unione europea che nell'Eurozona». Nel 2010 invece il Prodotto interno lordo tornerà a crescere dello 0,7 per cento nell'area euro come nei Ventisette, mentre nel 2011 il Pil si attesterà all'1,5 per cento in Eurolandia e all'1,6 per cento nell'Europa nel suo complesso. «Questo risultato - ha dichiarato il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia - è dovuto in buona parte alle ambiziose misure prese dai governi, dalle banche centrali e dalla Ue, che non solo hanno evitato un crollo sistemico, ma hanno dato uno slancio alla ripresa». Tuttavia «la strada che abbiamo davanti rimane difficile - ha continuato Almunia -. Per mantenere slancio e per garantire la sostenibilità della ripresa, è essenziale che applichiamo pienamente tutte le misure annunciate e che portiamo a termine il risanamento del settore bancario». Senza un ulteriore risanamento dei bilanci di molte banche infatti «i flussi di credito non torneranno ai livelli normali e senza un normale afflusso del credito non avremo una ripresa sostenuta dell'economia». Ma non basta. «Dobbiamo anche iniziare a guardare di più al medio termine - ha aggiunto il commissario europeo - e considerare in che modo gestire meglio gli effetti avversi della crisi sul mercato del lavoro, sui conti pubblici e sulla crescita potenziale».

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