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«Ho dato 7 miliardi alle banche»

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«Nelmomento più duro della crisi finanziaria, quando le banche erano rimaste a secco di liquidità, abbiamo immesso nel sistema del credito italiano oltre 7 miliardi di euro» racconta a Il Tempo, Ennio Doris, patron della Banca Mediolanum. Uno sforzo che ha sicuramente dato un contributo ad evitare il crac ma che alla fine ha portato bene anche a Doris. «Abbiamo ottenuto in cambio bond degli stessi istituti di credito con rendimenti più elevati di quelli attuali che oggi ci consentono di offrire al nostro cliente il conto Freedom che remunera i fondi depositati oltre i 15 mila euro al 2,5% netto» spiega l'ad della banca. Insomma la fortuna aiuta gli audaci? Diciamo che la filosofia che ci anima è quella di ragionare sempre controcorrente. Lo abbiamo sempre fatto. Per comprenderlo basta pensare a quello che è successo l'11 settembre 2001. Superato il primo inevitabile choc ho chiamato a raccolta la mia rete di agenti e ho detto loro andate dai clienti a spiegare che questo (le borse andarono a picco in quei giorni ndr) è il momento di osare e investire nei mercati azionari. Fummo l'unica società di risparmio al mondo che in quei giorni ebbe una raccolta positiva. Anche questo spiega i 580 mila conti correnti che oggi gestite? Questo ma non solo. Cerchiamo di conquistare i nostri clienti battendo il tasto della trasparenza per scrollarci di dosso quella immagine generalmente non positiva delle banche. Una considerazione ovvia. Sì. Ma noi l'abbiama tradotto in concreto soprattutto nel corso di questa crisi. Cito il taglio degli spread su tutti i mutui accesi dai nostri clienti quando lo scoppio della bolla dei subprime e l'aumento dei costi sul mercato interbancario portò a livelli insostenibili il costo delle rate. Un'operazione che pesò sul conto economico Mediolanum per 65 milioni di euro spalmati nei prossimi 22 anni. Lo stesso nel caso dei titoli Lehman Brothers sostituiti nel momento del suo fallimento con altri strumenti finanziari con un impegno netto di 120 milioni di euro completamente a carico dei due soci di maggioranza famiglia Doris e Gruppo Fininvest. Non soffrite insomma Sul conto Freedom abbiamo raccolto fino a settembre 4,84 miliardi di euro. E sono praticamente sempre liquidi perché impegnano i risparmi solo delle famiglie italiane. Non abbiamo cioè i rischi di sofferenza che affrontano le normali banche che prestano soldi alle aziende. Parliamo di risultati e cifre. Nei primi sei mesi dell'anno abbiamo registrato un utile netto in aumento del 53% rispetto allo stesso semestre dello scorso anno. Abbiamo in arrivo i dati positivi dei primi nove mesi e aspettiamo la chiusura del 2009 con un incremento dei profitti superiore a quanto contabilizzato da gennaio a giugno. Un risultato che deriva dalla ripresa dei mercati borsistici ma anche da quello della raccolta netta. I risparmiatori vi hanno seguito? Secondo i dati di Assoreti più recenti, da inizio anno e fino a settembre, abbiamo registrato una raccolta netta di 3,588 miliardi di euro. Siamo primi nella classifica ed è un risultato importante se paragonato al secondo concorrente che ha raccolto solo un quinto delle risorse affidate a Mediolanum: 697 milioni di euro. Quanto muovete sul mercato? Secondo una stima abbastanza precisa abbiamo un volume di masse amministrate pari a 36,9 miliardi di euro. Si tratta di un +20% anno su anno e di un + 25% dal 1° gennaio di quest'anno. Non è che la partecipazione del socio paritario Fininvest vi aiuta? Innanzitutto preciso il socio di maggioranza nella banca è la mia famiglia con il 41% delle quote. La holding di Berlusconi ha il 35,5% del capitale. In ogni caso per evitare qualunque possibilità di conflitto di interessi i consiglieri del gruppo del Biscione siedono nel cda della capogruppo e non in quello della banca che opera. Lì sono io a nominarli Il suo rapporto con il Cavaliere? Rimane stretto e connotato da stima. Lui come me ha realizzato un sogno. La considerano l'emissario di Berlusconi nel salotto buono di Mediobanca. Cosa risponde? Oltre che socio sono un grande amico di Silvio ma a Piazzetta Cuccia io rappresento gli interessi di Mediolanum e delle mie società. Così facendo è chiaro che faccio anche quello della partecipazione Fininvest in Mediolanum. Ma in quella veste la stella polare che mi guida nelle decisioni è sempre e solo l'interesse di Mediobanca. Qualche rumors dà per possibile l'uscita di Fininvest da Mediolanum per fare cassa se dovesse pagare la sentenza Cir? Non sarà mai possibile. La Fininvest ha un partecipazione che rende. Io ho un socio che mi lascia lavorare. Andiamo d'amore e d'accordo. Non c'è nessun motivo per separarsi. Torniamo alle banche. Tremonti ha ragione a bacchettarle per il fatto che secondo lui non concedono credito? Noi facciamo il possibile. Solo in tema di mutui siamo passati dai 40 milioni erogati nel 2008 ai 100 milioni di quest'anno. La verità è sempre nel mezzo. Le banche sono rimaste scottate nella concessione di credito e oggi sono più caute, anche perché i prestiti dati senza cautela sono possibili sofferenze in bilancio. Cosa pensa del quadro politico attuale? Si pensa poco ai problemi reali del paese e troppo a escort e trans. Si candiderebbe? Non è nei miei progetti. Ma ognuno nel suo piccolo fa politica con l'esempio.

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