Crisi, italiani più ottimisti
Hanno stretto i denti nel 2008 gli italiani investiti dalla crisi. Hanno rivisto i loro consumi ma cercando di non farsi mancare nulla. Così oggi hanno maggiore fiducia nel futuro. Sperano nel miglioramento della situazione economica e se possono risparmiano e investono. Principalmente nella casa anche se molti continuano a tenere i risparmi liquidi sul conto corrente sebbene rispunti una certa propensione a investimenti più rischiosi. Il quadro è quello presentato da un'indagine Ipsos commissionata dall'Acri in occasione dell'85esima giornata mondiale del Risparmio, che si celebra oggi a Roma e che vedrà la partecipazione del ministro dell'economia Giulio Tremonti e del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. «L'ottimismo - ha spiegato il presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti - sembra inoltre trarre energia da una ritrovata capacità di risparmio. Il 37% del campione, 3% in più rispetto al 2008, riesce a risparmiare e per la prima volta dal 2004 cala il numero di coloro che consumano più di quanto incassano (dal 27 al 25%)». «Un dato questo - precisa Guzzetti - comunque altissimo: pari a una famiglia su quattro». Per il vicepresidente Acri Antonio Patuelli le banche sono comunque soddisfatte del ritorno di un maggiore risparmio: «anche se gli investimenti andranno sul mattone e non alle gestioni patrimoniali, le banche ne trarranno benefici attraverso i mutui, i finanziamenti alle imprese di costruzioni e così via..». Per l'indagine comunque molti italiani, costretti dalla crisi si sono anche mostrati pronti a ridefinire il livello e lo spettro dei propri consumi. Al contempo si riaffaccia il pessimismo circa la bontà delle norme di tutela del risparmio attuali e future. «Eppure gli italiani non si scoraggiano» spiega Guzzetti. In effetti il 78% dei risparmiatori pensa che la crisi sia grave e il 57% ritiene che ci vorranno più di 3 anni per uscirne del tutto, ma più della metà della popolazione si dichiara soddisfatta della propria situazione economica (il 54% contro il 51% del 2008), il dato più alto dal 2002. Anche se rimangono numerosi i cittadini che hanno sub'to in pieno questa crisi e che si confrontano con una situazione personale in peggioramento: si tratta in genere di persone a bassa scolarità, molto presenti al Sud, operai o lavoratori occasionali. Tra le possibili forme di investimento, i più considerano ancora il «mattone» l'investimento ideale (54% dell'intero campione contro il 56% del 2008).