Sky, rivoluzione d'ottobre
Sky annuncia una nuova iniziativa commerciale legata alla diffusione del digitale terrestre e la cosa diventa subito un caso politico con Pd, Udc e Idv che chiedono che sia convocato il direttore generale della Rai Mauro Masi in Commissione di Vigilanza per fare ancora chiarezza sulla scelta di chiudere il contratto con l'emittente satellitare. E il presidente Sergio Zavoli, accoglie la proposta che sarà discussa oggi nell'Ufficio di presidenza della bicamerale. La «rivoluzione» di Sky che agita la politica consiste nell'annuncio del lancio a dicembre della Digital Key, una chiavetta che, collegata al decoder Sky, permette di accedere a tutta l'offerta gratuita in chiaro del digitale terrestre integrata alla Guida elettronica dei programmi, un modo per avere sullo schermo l'elenco dei programmi trasmessi dai canali della piattaforma satellitare, oltre ad un altra serie di offerte commerciali. Da parte sua la Direzione Generale della Rai spiega che «non vi è, ne vi può essere, alcuna relazione tra la scelta industriale e strategica dell'azienda di non rinnovare il contratto con Sky e le possibilità che quest'ultima consenta, con le modalità presentate (ma note al settore fin dall'inizio del 2009) la visione del digitale terrestre». Per il dg Rai questa è «cosa ben nota anche a Sky che ha, come sanno tutti, a lungo insistito per rinnovare il contratto per l'intero bouquet Rai a titolo oneroso». Ma la politica non la pensa così. «Quel che è certo - commenta Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione Pd - è che dall'annuncio esce ridimensionata e perfino ridicolizzata la scelta della Rai di far guerra a Sky per conto di Mediaset». A lamentare l'accaduto parlando di una perdita secca per le tasche del servizio pubblico è anche il consigliere d'amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo, che sicuramente domani affronterà la questione anche nella riunione del cda già convocato. Intanto all'ordine del giorno del consiglio di oggi, che prosegue poi giovedì, non ci sono nomine ma numeri, ovvero il dg Masi presenterà le linee guida per il piano industriale 2010-2012 che dovrà proprio segnare il futuro di una Rai con i conti in crisi. Numeri anche quelli che saranno snocciolati nelle audizioni in Cda previste per giovedì - continua la serie dei direttori di rete e testata dopo Maura Mazza e Augusto Minzolini - ovvero con il direttore di Raidue Massimo Liofredi e del Tg2 Mario Orfeo con una piccola possibilità di vedere anche qualche nomina di secondo piano. Facile immaginare che da Liofredi verrà una replica delle parole del direttore di Raiuno che, a chi si lamentava delle non soddisfacenti performance in termini di ascolti della sua rete, avrebbe ricordato le decisioni prese e i conseguenti spostamenti nel palinsesto ma anche che la stagione in corso di fatto non l'ha disegnata lui. Mentre Orfeo, che già ha nel suo arco la freccia della nomina all'unanimità, non vedrà certo arrivare critiche per ascolti che anzi sono in crescita.