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Ma Sacconi non ci sta «Le riforme fatte bastano»

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Ilministro del welfare, Maurizio Sacconi, non ci sta a rimettere in discussione il capitolo pensioni, soprattutto, dopo la miniriforma del luglio scorso e in un periodo in cui l'imperativo categorico è far recuperare fiducia ai cittadini, stimolarli a lavorare di più, guadagnare di più e spendere di più. Insomma gettare acqua sul fuoco. Così con altrettanta chiarezza Sacconi ha rinviato al mittente la richieste di Draghi: «Le riforme sulle pensioni già fatte sono più che sufficienti per garantire la tenuta del sistema». Per Sacconi comunque ci sono già due stabilizzatori del sistema: l'adeguamento dei coefficienti di trasformazione dei contributi e la norma prevista nel decreto anticrisi che adegua l'età pensionabile all'aspettativa di vita a partire dal 2015. Un meccanismo «più che sufficiente - dice Sacconi - visto che si combina con quanto previsto dai governi Dini e Prodi». Parole rinforzate da chi i conti previdenziali li controlla ogni giorno come il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua secondo il quale: «Il sistema pensionistico tiene e i conti Inps lo dimostrano» anche perché ha ricordato «già nel dl anticrisi esiste una norma che adegua l'età pensionabile alle aspettative di vita a decorrere dal 2015. Ora va verificata l'applicazione della norma e l'impatto sui conti» Per la Cgil, invece, è sbagliato soffermarsi sul nodo dell'età: è solo un aspetto di «un problema molto più ampio» che va affrontato con un tavolo tra parti sociali e Governo, ha detto il segretario generale Guglielmo Epifani. La posizione delle imprese è nelle parole del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: «Qualche passo in avanti è stato fatto», dice, ma «pensiamo che si possa fare di più». Mentre dal fronte degli industriali si schiera con il governatore della Banca d'Italia il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei: «Sono assolutamente d'accordo con Draghi, Confindustria lo dice da molti anni, fa piacere che piano piano un po' tutti si convincono che l'innalzamento dell'età è necessario». La Uil dice «per elevare l'età media di pensionamento ritiene utile continuare a lavorare sulla flessibilità e sulla libertà di scelta del lavoratore», dice il segretario confederale Domenico Proietti. Per l'Ugl «la riforma delle pensioni è già stata fatta»: il segretario generale Renata Polverini auspica invece un confronto più ampio sul welfare. La Cisl, con il segretario confederale Maurizio Petriccioli, denuncia il rischio che l'erosione del potere di acquisto delle pensioni «determini una situazione non più sostenibile per milioni di pensionati». Fil.Cal.

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