Banca del Sud al via con Poste
La Banca del Sud immaginata dal ministro Giulio Tremonti per rilanciare il Mezzogiorno arriva oggi al preconsiglio dei ministri. Nel ddl, composto da cinque articoli. è disegnata la struttura, il decollo e la sua finalità. In primo piano l'istituzione di un comitato promotore di 15 membri. Lo Stato è riconosciuto come socio fondatore e la rete è costituita dalle banche che aderiscono e dalle Poste. Che nella mattinata di ieri per bocca dell'ad Massimo Sarmi hanno assicurato il loro impegno. L'obiettivo è quello di sostenere progetti di investimento nel Mezzogiorno e di promuovere la concessione di credito alle pmi. Anche attraverso l'emissione di bond per specifici progetti infrastrutturali i cui rendimenti saranno agevolati («si applica un'aliquota di favore nella misura del 5%» recita il testo del ddl che sarà discusso nel prossimo consiglio dei ministri). Ma solo per un ammontare di titoli non superiore a 100 mila euro e se gli stessi sono tenuti in portafoglio per più di 12 mesi. I membri del comitato promotore saranno scelti in «rappresentanza delle categorie economiche e sociali, di cui almeno cinque espressione di soggetti bancari e finanziari con sede legale in una delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia) e uno di Poste Italiane». Al comitato spetta poi il compito di «individuare e selezionare i soci fondatori, diversi dallo Stato». Tra le possibilità offerte alla Banca del Sud l'acquisizione dalle banche aderenti di mutui a medio-lungo termine di piccole e medie imprese del Mezzogiorno per creare portafogli efficienti. Eventuali emissioni di titoli rappresentativi di tali portafogli possono essere assistiti dalla garanzia del Fondo costituito per le piccole e medie imprese presso il Mediocredito Centrale. È previsto un articolo dedicato allo sviluppo del credito cooperativo. Per favorire la crescita di una rete bancaria sul territorio e sostenere la crescita della Banca del Mezzogiorno, nelle banche di credito cooperativo autorizzate all'attività bancaria successivamente alla data di entrata in vigore della legge «è ammessa, per un periodo massimo di 5 anni dall'autorizzazione stessa, l'emissione di azioni di finanziamento», sottoscrivibili solo da parte di fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione. L'ultimo articolo, infine, allarga la possibilità di investimento della raccolta postale. Non solo titoli governativi dell'aerea euro dunque. Il 5% può essere investito in altri titoli assistiti dalla garanzia dello stato italiano.