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Profumo: il no ai bond di Stato è un segnale utile anche per Tremonti

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Ilfatto che le banche possano fare affidamento su una base di capitale stabile, infatti, dimostra che saranno in grado di camminare con le proprie gambe e che godranno di una miglior capacità di finanziare l'economia. All'indomani dell'esplicita difesa della decisione di non sottoscrivere i Tremonti bond argomentata dal presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo Giovanni Bazoli, anche l'ad di Unicredit Alessandro Profumo ha preso posizione a sostegno della correttezza delle mosse delle due principali banche italiane. E lo ha fatto cogliendo anche l'occasione per rispondere alle innumerevoli critiche che da più parti sono state mosse al settore del credito, e chiedendo di arrestare il fuoco di fila nei confronti delle banche. «È meglio lavorare tutti insieme per uscire dalla crisi piuttosto che spararci addosso» è il messaggio che Profumo ha lanciato da Istanbul dove si trovano in questi giorni, come da tradizione, i principali vertici bancari mondiali in occasione delle assemblee annuali di Fondo Monetario Internazionale. Il numero uno di Unicredit assicura peraltro che la banca sta provando a fare «del proprio meglio, ma c'è stato un tifone nel mondo e pensiamo che dobbiamo riuscire a salvare i soldi dei nostri depositanti per superare la crisi». Quanto alla decisione di rafforzare le basi patrimoniali dell'istituto ricorrendo al mercato e a un aumento di capitale da 4 miliardi, l'ad di Unicredit ha detto di poter capire che aver messo a disposizione i Tremonti bond senza che poi siano stati utilizzati possa aver creato del malcontento, «ma sono sicuro che nel lungo termine anche dal punto di vista del ministro Tremonti questa è la soluzione migliore», perchè dimostra la solidità del sistema.

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