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Unicredit e Intesa snobbano l'aiuto di Tremonti

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.Quasi all'unisono le due principali banche italiane: Intesa SanPaolo e Unicredit hanno cortesemente, ma anche con grande eleganza, rinviato al mittente l'appoggio concesso dal ministro Tremonti per patrimonializzare con gli strumenti creati ad hoc i loro bilanci. Niente da fare. Il mercato ha cambiato direzione. La crisi non morde più come alla fine dello scorso anno. E dunque i due istituti faranno da loro, senza ricorrere ai bond che a loro giudizio oggi costano troppo e aprono una «porticina» all'ingresso dello Stato nella gestione delle banche. Non sarà contento il ministro dell'Economia che sugli strumenti aveva puntato molto per riavviare il flusso di finanziamenti verso le piccole e medi imprese rimaste a secco di risorse. Ma le banche, società per azioni, hanno trovato soluzioni alternative. Così Unicredit affiderà l'irrobustimento del suo patrimonio a una maxi ricapitalizzazione, fino a 4 miliardi di euro. In più il gruppo avvierà operazioni per cedere immobili per un controvalore di 1,1 miliardi. Con queste operazioni Piazza Cordusio il Core tier 1, il coefficiente di solidità patrimoniale, al 7,65% dal 6,85% di fine giugno. Stessa decisione ma via leggermente diversa per Intesa Sanpaolo che si attende si attende un ritorno al dividendo già nel 2010. E che procederà a di irrobustire il patrimonio con l'emissione di strumenti ibridi fino a 1,5 miliardi di euro. Grazie all'accelerazione attesa nei processi di vendita o valorizzazione delle attività non strategiche (quotazione inclusa), secondo le stime della banca, il patrimonio potrà garantire una crescita dell'attività creditizia anche superiore a quella oggi prevedibile. Viene poi confermato l'obiettivo di mantenere i coefficienti patrimoniali di gruppo oltre il 7% del Core tier 1 e l'8% del tier 1. La risposta del gruppo bancario a Tremonti è affidata al presidente del consiglio di gestione, Enrico Salza: «Non ne abbiamo bisogno, sono stati utilissimi, ma le condizioni sono cambiate. Sono già serviti in quel momento che era di crisi», ha detto dei cosiddetti Tremonti Bond. Salza ha poi espresso «apprezzamento» al governo per lo strumento offerto sottolineando che «ha concretamente aiutato il sistema bancario italiano nel superare una fase di mercato molto difficile e rischiosa».

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