Bankitalia vara la «Super Zecca»
.Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, sta, infatti, per ufficializzare secondo quanto risulta a Il Tempo un progetto di ammodernamento del Centro romano di fabbricazione di carte valori di via Tuscolana che già oggi produce, per Banca d'Italia e per gli altri istituti centrali, oltre un miliardo di pezzi di banconote. Via Nazionale ha, nei mesi scorsi, lavorato per mettere in campo un investimento finanziario e organizzativo in grado, a regime, di aumentare la capacità produttiva del polo verso la soglia di un miliardo e mezzo di banconote: il 50% in più. Un ammontare che posizionerebbe la stamperia italiana di soldi al primo posto in Europa per numero di fogli di cartamoneta prodotti. Draghi e il suo staff tecnico hanno dovuto superare lo scoglio della riorganizzazione di un servizio strutturato per altre epoche e la banca ha speso somme importanti per l'ammodernamento dei macchinari necessario ad aumentare la «tiratura» delle monete. Ma da qualche giorno l'obiettivo sarebbe stato raggiunto. Nell'organico della stamperia sono stati, infatti, inseriti i 42 giovani operai specializzati che hanno finito il corso di formazione e che affiancheranno la vecchia guardia. Presto poi secondo i piani saranno assunti almeno altrettanti giovani per supportare la messa a regime del nuovo sistema di lavoro. Il bando di concorso per questa seconda infornata dovrebbe arrivare tra gennaio e febbraio del prossimo anno. L'aumento della capacità produzione è stato raggiunto, oltreché con l'innesto di forze lavorative giovani, anche attraverso un ampliamento dei turni di servizio. Al posto dell'orario unico e canonico che partiva dalle otto di mattina per concludersi alle 16 e 10 sono state così introdotte due fasce orarie che si sovrapporranno per evitare arresti dei sistemi e dunque una produzione a ciclo continuo. Risultato: la fabbrica di monete avrà le luci accese dalle 6 e mezza di mattina alla 22 di sera. L'obiettivo è quello di fare del centro di via Tuscolana una sorta di Super zecca per tutta l'Europa. Molte banche centrali di altri Stati dell'Ue, infatti, piuttosto che stampare gli euro nazionali nelle loro tipografie affidano la creazione di cartamoneta a impianti di altre nazioni. E quello italiano è uno dei più gettonati, dato l'elevato livello qualitativo e quantitativo raggiunto. Proprio l'alto livello qualitativo della lavorazioni fa del centro della Capitale uno dei maggiori candidati alla lavorazione della seconda serie dell'euro che è già in fase avanzata di progettazione. Una cambio reso necessario dalle forti opere di contraffazione a danno dei biglietti europei Molti tagli, soprattutto i biglietti da 20 e 50 euro, sarebbero i più presi di mira dai falsari. Di qui la necessità di mettere a punto processi di fabbricazione ancora più sofisticati rispetto alle vecchie monete. In questo senso per le sue competenze e i macchinari di avanguardia il polo di stampa romano sarebbe il più accreditato per conquistare la realizzazione dei nuovi biglietti europei.