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Appare chiaro ormai, anche agli economisti che vivono più vicini al mondo della finanza pura, che l'economia reale deve tornare al centro del gioco dei mercati.

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Iodico basta con la politica delle eccedenze, portata avanti per troppo tempo dall'Europa. L'Europa deve tornare a produrre cibo. Per questo è necessario, per l'Italia e per l'Europa, confrontarsi con i cambiamenti avvenuti nel mercato mondiale: è finita l'illusione di approvvigionarsi di prodotti agricoli a basso costo; dobbiamo tornare a porci l'obiettivo di produrre un volume adeguato di derrate, in Europa ed in Italia. Per raggiungere questo risultato dobbiamo tornare a considerare l'agricoltore come un soggetto economico e non come il custode del territorio. Voglio che si sappia che per noi le imprese agricole sono il centro di questo straordinario mondo produttivo. Perché investire in agricoltura non significa investire nelle commodity, ma nella cultura e la tradizione dei nostri territori: antidoto indispensabile allo strapotere dell'economia di carta o digitale che ha prodotto quella crisi che stiamo vivendo. Per questo, combattiamo con forza quella logica per cui il cibo viene usato come un qualsiasi prodotto finanziario. Se il cibo entra nei mercati finanziari e diventa oggetto di speculazioni, allora significa che siamo in un mondo che ha perso i suoi valori. Ho letto con particolare divertimento, qualche settimana fa, in uno speciale su «Repubblica», di banche che investono in forme di Parmigiano, tenendosele come garanzie di mutui e prestiti, facendole stagionare all'interno dei propri caveau. Questa mi è parsa insieme una piccola nemesi per la finanziarizzazione dell'economia e la dimostrazione che molti investono, nella concretezza, dell'agricoltura, ma il punto è come? Il modello di agricoltura che vogliamo, e che può indicare la strada per vincere anche la fame, come ho ribadito al G8 di Cison di Valmarino, è quello fondato sulle identità produttive e territoriali, sia perché in questo modo si difende l'economia dei territori, sia perché si garantisce ai cittadini la salubrità e la qualità dei cibi. La difesa del modello di produzione e di alimentazione che noi promuoviamo passa attraverso la battaglia per l'etichettatura di tutti i prodotti e il contrasto contro ogni forma di agropirateria e di frode. Sono contro l'omologazione dell'alimentazione e, per lo stesso principio, sono contro gli Ogm, che non garantiscono maggiore reddito agli agricoltori e non servono ad assicurare cibo alla popolazione. Per rifondare l'agricoltura abbiamo bisogno delle braccia dell'intelligenza delle nuove generazioni. I giovani devono essere il cuore pulsante per il rilancio del settore agricolo. In Italia abbiamo 1.700.000 aziende agricole, ma solo il 10% ha imprenditori con meno di 40 anni. La mia proposta, «Rinascimento verde», contenuta nel decreto anticrisi prevede di affittare terre demaniali a giovani agricoltori. Per questo stiamo facendo un censimento di quelli coltivabili e, ovviamente, non vincolati come parchi o aree di pregio. Dopo di che lanceremo un bando a progetto, ovvero una commissione valuterà i vari business plan, per evitare speculazioni. Questo perché girando per le aziende agricole mi sono reso conto che tra i giovani trovi agricoltura innovativa. Ragazzi che coltivano piante per raccogliere i pistilli per prodotti medicali, che allevano asini per produrre latte per i bambini intolleranti al latte vaccino, alcuni fanno turismo rurale, altri agricoltura biologica o coltivano piante officinali. Ecco noi miriamo a sviluppare questo genere di microaziende, offrendo ai giovani in affitto piccoli appezzamenti a prezzi contenuti. E quindi penso che qualche migliaio di ragazzi chiederà di avere assegnate queste terre anche perché i giovani non si occupano di agricoltura, non perché hanno ancora l'immagine del contadino con la pelle segnata dalla fatica, ma semplicemente perché il terreno costa tanto. In Italia, in media, un ettaro costa 25.500 euro. Un prezzo enorme se confrontato con i 5.500 euro della Francia, i 6.500 della Germania e gli 8.500 dell'Olanda. Rifondare l'agricoltura è una necessità, una sfida che stiamo affrontando e che riguarda l'intero sistema economico italiano ed europeo. Il sistema economico reale. * Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali

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