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Risanamento a un passo dalla salvezza

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Mancasolo qualche tassello per considerare definitivamente chiusa l'era di Luigi Zunino a capo della società immobiliare Risanamento. Ieri le banche che hanno finanziato i progetti di costruzione dell'imprenditore, in buona parte a Milano, hanno approvato il piano di salvataggio da più di mezzo miliardo di euro che eviterà il fallimento del gruppo. Il cda della stessa società ha poi approvato il piano industriale, l'accordo di ristrutturazione e il piano finanziario. Mentre le assemblee straordinarie del Sistema holding di Zunino hanno dato il via libera alla messa in liquidazione delle società. Manca ora solo la pronuncia positiva da parte della Consob, l'autorità di vigilanza sui mercati finanziari, alla quale le banche alla fine di agosto hanno sottoposto il quesito sulla possibilità di evitare l'Opa obbligatoria sulle quote azionarie in mano al mercato prevista dalla legge finanziaria (le banche alla fine avranno in pancia il 55% della società) e derogabile nel caso si acquistino società in crisi. A dare suggello finale all'operazione sarà poi il giudice. Ad annunciare il via libera all'operazione è stato proprio il presidente Vincenzo Mariconda dallo studio legale Lombardi e Molinari, dove si sono tenuti gli incontri. Ora Risanamento può considerarsi quasi salva, non così Zunino che è ormai praticamente fuori dai giochi e non ha più nessun diritto sugli asset. E i nuovi vertici del gruppo immobiliare, che dovranno depositare il piano in Tribunale entro il 9 settembre, possono ora concentrarsi sull'udienza del 22 settembre innanzi al giudice civile Pierluigi Perrotti, che dovrà esprimersi sulla richiesta di fallimento avanzata a luglio dalla Procura di Milano. Prima di arrivare a questo manca ancora l'approvazione dei risultati del primo semestre in continuità aziendale da parte del Cda di Risanamento. . Il piano, che comporta per le banche un impegno di circa 800 milioni di euro (150 milioni di aumento di capitale, 350 per il convertendo, 260 per la garanzia del bond e una fideiussione da circa 70 milioni), punta a rimettere in piedi Risanamento attraverso significative dismissioni. Tra queste l'ex area Falck e il portafoglio azionario.

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