Made in Italy ma famosi solo all'estero
EleonoraSannibale Da sempre, si sa, lo straniero ha un debole per il "made in Italy". Questo, negli anni, ha fatto la fortuna di piccole e medie imprese italiane, soprattutto d'abbigliamento che, seppur poco conosciute in Italia, hanno riscosso successo all'estero, dove sono stati aperti numerosi "flagship store". È il caso di Canali, la cui storia ha inizio nel 1934. A partire dagli Anni '50 il laboratorio artigianale si specializza nella preparazione di capispalla maschili di alta qualità e già alla metà dei Settanta si avventura all'estero, arrivando ad esportare nel 1980 il 50% della produzione. Oggi Canali ha 25 boutique monomarca e fornisce 80 paesi nel mondo. Dalla Russia al Kuwait, dal Messico alla Cina, dall'Indonesia alla Tailandia. E ancora in Belgio, Ucraina, Bielorussia, Malesia, Libano e Arabia Saudita. Per questo non stupisce che abbia un export che supera il 75% del fatturato. Come se non bastasse conta tra i suoi clienti celebri attori che ha vestito per pellicole di successo: da Gene Hackman ne "Il socio" ad Al Pacino e Robert De Niro in "Heat-La sfida", a Nicolas Cage in "The weather man", fino ad Antonio Banderas in "Ti va di ballare?" e George Clooney in "Michael Clayton". Da uomini famosi a bimbi vanitosi. I Pinco Pallino sono un nome conosciuto in Italia, ma mai quanto lo sono all'estero. Fondati da Imelde Bronzieri e Stefano Cavalleri nel 1980, il marchio rappresenta in Europa e nel mondo la moda dei più piccoli. Da Taipei a Tokyo, fino a Osaka, Dubai e Kuwait. La lunga lista di griffe continua con C.P. Company, marchio nato dall'idea di riportare nell'armadio maschile modelli derivanti dalle uniformi militari e dagli abiti di lavoro. C.P. Company è presente nei negozi del Regno Unito (Londra Beak Street – Soho), della Corea del Sud (Seul e Daegu), oltre che di Giappone, Francia, Usa e Germania. Negli stessi Paesi ha avuto fortuna anche un altro marchio di qualità, Stone Island. Punto di riferimento dello sportswear di alto livello, crea collezioni "portabili", rivolte a un consumatore moderno, dinamico ma, soprattutto, attento alla funzionalità oltre che all'estetica di un capo. Tra il '98 e il 2008 Stone Island si è imposto anche nel mercato di Covent Garden, sempre a Londra, e nei Paesi Bassi. Altro giro, altra sosta di fortuna per la moda italiana a Sidney, in Australia. Qui, i proprietari del marchio australiano Messini hanno aperto ben 5 boutique e vendono prodotti italiani all'interno della loro linea White label per uomo. Tessuti pregiati, sartoria d'eccellenza e qualità: questo il segreto del successo. Messini ha uno stile in completa armonia con il modo di vivere australiano, veste uomini d'affari, ma anche ragazzi sposando uno stile casual, elegante ma semplice al tempo stesso. Nel tempo molti marchi italiani hanno scelto come Messini di far conoscere i loro capi in Nuova Zelanda e Australia, Paesi che da oltre 15 anni continuano a crescere senza sosta. L'Oceania, in particolare, è considerata oggi la nuova terra promessa per l'espansione del made in Italy.