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Inflazione azzerata torna ai livelli del '59

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Bisognainfatti risalire al 1959 per trovare un tasso di crescita dei prezzi al consumo più basso (era al -1,1%) di quello rilevato a luglio dall'Istat. A giugno si era attestato a 0,5%. Se continuerà questo trend, a fine anno si avrà un tasso del +0,7%. A dare un contributo importante all'azzeramento dell'inflazione è soprattutto la continua diminuzione dei prezzi energetici: e a scendere non sono solo i carburanti (benzina e gasolio calano in un mese dell'1,1% e dello 0,2% e in un anno del 16,3% e del 28,3%), ma anche le tariffe, grazie all'adeguamento scattato proprio questo mese. Scendono anche i prezzi degli alimentari, con la pasta che ora costa lo 0,7% in meno rispetto ad un anno fa. Aumentano invece i servizi, con numerosi settori che registrano rincari anche consistenti: dalla pay tv (+13,6% in un anno) ai trasporti marittimi e ferroviari (+8,8% e +6%), ai servizi balneari (+4,3%). In controtendenza, i biglietti aerei (-18,4%) e i pacchetti vacanza (-1,3%), oltre ad alcuni prodotti tecnologici. L'inflazione a zero, tuttavia, non viene accolta con ottimismo: per Confesercenti è il segnale che l'economia è in crisi, per Confcommercio permane una domanda per consumi molto debole; tra i consumatori, Adusbef e Federconsumatori parlano di «segnale d'allarme» e prevedono ulteriori ricadute per le famiglie di 210 euro l'anno. Ma il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola, pur ammettendo che «è certamente un indice della caduta della domanda interna», sottolinea che «è anche un ulteriore significativo sollievo per le famiglie».

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