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Recessione alle ultime battute

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"E' vero che abbiamo fermato la caduta libera dell'economia, i mercati azionari sono in rialzo, il sistema finanziario non è più a un passo dal collasso e la perdita dei posti di lavoro è dimezzata rispetto a quando sono salito alla Casa Bianca sei mesi fa". Un presidente degli Stati Uniti non farebbe una simile affermazione se non avesse solidi elementi su cui fondare il suo giudizio, soprattutto in un momento così grave per l'economia come l'attuale. Il suo non è soltanto un messaggio di speranza e di ottimismo, ma anche una prudente presa d'atto dell'efficacia delle azioni fin qui intraprese e un impegno per il futuro. L'obiettivo di parole così pesanti, che sicuramente avranno un impatto sull'opinione pubblica mondiale, sembra essere duplice. All'interno Obama deve dimostrare che la ripresa, sostenuta con gli interventi nelle banche e nell'automobile, non può essere disgiunta dalle grandi riforme (sanità, ambiente e istruzione) enunciate all'insediamento. In particolare la ripresa servirebbe a poco se non fosse legata all'estensione dell'assistenza medica a tutti gli americani, la sfida più difficile del momento. Ma il messaggio positivo è rivolto anche ai cinesi per rassicurarli che l'America sta facendo di tutto per non svalutare il dollaro, una prospettiva fortemente temuta dal dragone asiatico che possiede un terzo del debito pubblico americano.

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