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Il cda del rilancio per Fiat-Chrysler

Sergio Marchionne

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Secondo giorno di test ieri per i nove componenti del nuovo cda di Chrysler, riuniti per studiare le potenzialità dei marchi e le loro possibilità di rilancio. Le riunioni in corso culmineranno oggi nel primo vero e proprio consiglio di amministrazione sotto la guida dell'ad Sergio Marchionne. E per molti sarà il primo contatto ufficiale con un settore che non conoscono. Tra di loro infatti Douglas Steenland, nominato dal Tesoro americano, arriva infatti dall'industria aerea, essendo stato amministratore delegato di Northwest. Dallo stesso comparto arriva Stephen Wolf, ex ad di United Air Lines. Altri tre membri del board (Robert Kidder, Scott Staurt e George Gosbee) provengono da società di investimento o di capital management, uno (James Blanchard, nominato dal sindacato United Auto Workers) è un governatore del Michigan, mentre Ronald Thompson è il presidente della Teacher Insurance and Annuity Association. Oggi si parlerà di rilancio e di corporate governance. Ma intanto la Fiat, prima azionista ormai della casa americana, continua a guadagnare successi nel mondo. Ieri La British School of Motoring (Bsm), ovvero la più antica e più vasta scuola di guida del Regno Unito, ha infatti deciso di non rinnovare il suo contratto con la Vauxhall, il ramo britannico del gruppo Opel-GM. Al posto delle Corsa, quindi, arriveranno nei prossimi quattro anni ben 14mila Cinquecento - la piccola del Lingotto che a suo tempo mise l'Italia del boom economico dietro al volante. Un colpo di immagine importante per il marchio del Lingotto che potrà così aumentare nel Regno Unito la presenza e le vendite. Quelle che sembrano svanire per i grandi colossi come la Toyota che nei primi sei mesi di quest'anno, in linea con il generale crollo del comparto automobilistico, ha accusato una contrazione del 26% del numero di veicoli venduti, a 3.564.000 unità. La casa automobilistica ha tenuto a specificare che si tratta comunque di volumi superiori di circa 10.000 unità a quelli di Gm, che da gennaio a giugno ha venduto 3.552.700 veicoli. La crisi però colpisce ovunque nel mondo. Anche in Russia. AvtoVAZ, il maggiore gruppo automobilistico del paese che utilizza lo stabilimento fondato dalla Fiat alla metà degli anni Sessanta a Togliattigrad ha smentito il taglio di oltre 27 mila posti di lavoro diffusa poco prima dai media. Ma il problema produttivo, a prescindere dalla effettiva entità, esiste.

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