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Dl anticrisi, sì alla fiducia

Il ministro Tremonti e il presidente della Camera Fini

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Nei venerdì sera, e per di più di fine luglio, la Camera è di solito deserta. Questa volta però i deputati hanno dovuto trattenersi a Montecitorio causa fiducia e così i tempi parlamentari di solito piuttosto lenti hanno avuto un'insolita accelerazione. Il governo ha ottenuto alla Camera la fiducia sul decreto anticrisi. I si' sono stati 294 e 186 i no. Per l'esecutivo, è la 23esima fiducia da inizio legislatura.   Al termine delle dichiarazioni di voto il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva informato l'Aula che si sarebbe dovuta sospendere la seduta per attendere la scadenza come da regolamento, ma viste le proteste dei deputati aveva deciso di procedere comunque. A sorpresa, poi, subito dopo Fini aveva annunciato che non avrebbe concesso a nessuno di anticipare il voto, come di consueto, perchè erano arrivate troppe prenotazioni: 102. I deputati non hanno gradito e si sono levate urla, ma il presidente è stato inflessibile. Martedì della prossima settimana è prevista la votazione finale. Poi il decreto andrà al Senato, dove non sono escluse modifiche che richiederebbero una terza lettura a montecitorio. La modifica all'articolo 4 sull'energia chiesta del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo potrebbe dare la stura a diversi altri "appetiti". Potrebbero essere reintrodotte le norme sugli studi di settore e in favore delle aziende energivore espunte dal maxiemendamento dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. E potrebbe rispuntare il monomandato per gli agenti assicurativi e novità sulla pensionabilità nel pubblico impiego con 40 anni di contributi.

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