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(...) le piccole e medie imprese sta correndo ai ripari con molto ritardo.

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Sianel senso letterale (le banche, nonostante l'affidamento ai prefetti di una supervigilanza, restano rigide), sia nel senso politico, al punto che Dario Di Vico sul Corriere ha auspicato una sorta di secessione da un esecutivo cui sono oggettivamente e culturalmente legate. Per non, parlare poi, delle rappresentanze istituzionali, tutte in crisi di governance e di numeri reali. Il nodo da sciogliere, quindi, è soprattutto quello bancario Sono partito da queste considerazioni, per presentare una proposta di legge che tende ad introdurre, ad esempio, alcuni correttivi alla normativa relativa ai contratti bancari, stipulati da piccoli e medi imprenditori e artigiani per reperire le risorse necessarie per far fronte alle spese, o al ritardo dei pagamenti. L'affidamento in conto corrente, ed il factoring sono le forme più classiche e più comunemente utilizzate dalle piccole e medie imprese, che da sempre contano su questi strumenti per sopperire alle esigenze immediate di cassa e per sostenere la propria attività nel breve periodo. Da tempo assistiamo, come ho già detto, ad un atteggiamento negativo da parte del sistema bancario nel concedere fondi, da un lato e da un aumento notevole di richieste di rientri e sospensioni di linee di fido, senza che al cliente venga dato un congruo preavviso. È evidente che chiedere ad un piccolo e medio imprenditore il rientro dei crediti concessi, spesso all'improvviso ed ancora più spesso in tempi strettissimi, nel mentre che questo imprenditore deve comunque mandare avanti la propria azienda , significa colpire mortalmente le aziende e spesso spedirle nel «mondo» degli strozzini. E ciò avviene proprio nel momento in cui tutti hanno posto l'accento sulla necessità di tutelare le iccole e medie imprese come cuore pulsante della nostra economia. Pertanto la proposta di legge, da me presentata, nel nome della trasparenza banche-cliente, si prefigge lo scopo di permettere al piccolo e medio imprenditore ed artigiano, qualora il credito concessogli venga revocato dalla banca, di essere messo nelle condizioni di reperire, nel breve periodo, strumenti finanziari alternativi, in modo da evitare danni irreparabili all'equilibrio finanziario-economico dell'azienda.A tal riguardo la proposta di legge nell'articolo uno recita: «Nei contratti, comunque denominati, in forza dei quali una banca accorda un credito tramite conto corrente il diritto della banca di chiedere, in qualsiasi momento, la sospensione del credito concesso, ovvero dell'anticipo accordato sui crediti verso terzi derivanti da contratto o da fatture, può essere esercitato solo previo preavviso scritto di sei mesi». * Deputato Pdl Vice presidente commissione Trasporti

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