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Pensioni, Sacconi: "Soddisfatto" La Cgil ribatte: norme inaccettabili

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi

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{{IMG_SX}}"Norme decise non per fare cassa ma per il bene del Paese". così il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti interviene dopo l'introduzione nel dl anticrisi di un emendamento per l'aumento graduale dell'età pensionabile per le donne nel pubblico impiego a partire dal prossimo anno e dal 2015 per tutti. Contraria però la Cgil secondo cui si tratta di un provvedimento "forzoso che stride con altri in discussione". IL MINISTRO DEL WELFARE SACCONI - "Sono molto soddisfatto. C'è stato il consenso di tutte le organizzazioni. Solo la cgil si è espressa contro, tra l'altro con una posizione molto ragionevole". Questo il commento del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi al termine dell'incontro a palazzo chigi con le parti sociali, secondo il quale "c'è consenso tanto sulla destinazione delle economie che sulla stabilizzazione del sistema previdenziale". Il ministro esclude inoltre "nel modo più assoluto" che l'equiparazione dell'età pensionabile delle donne "si possa estendere al settore privato". I SINDACATI - "La Cgil ritiene inaccettabile l'equiparazione a 65 anni dell'uscita dal lavoro per le donne del pubblico impiego", ha detto la segretaria confederale Morena Piccinini. In più questa misura, combinata con «la finestra» a valere dal 2015 per adeguare l'età pensionabile alle aspettativa di vita, significa nei fatti «un altro innalzamento dell'età pensionabile». Come Cgil «riteniamo inaccettabile questa modalità di applicazione della sentenza della Corte europea sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne. La parità tra uomo e donna deve partire e realizzarsi dall'accesso al mercato del lavoro e non può partire dall'ultimo passaggio - ha spiegato la dirigente sindacale - Per quanto ci riguarda bisogna tornare alla flessibilità della Dini, che prevedeva uno spazio largo di età nel quale uomini e donne potevano scegliere quando andare in pensione». Inoltre, secondo Piccinini, il Governo non ha dato nessuna garanzia rispetto al fatto che l'età della pensione di vecchiaia per le donne possa essere aumentata anche per il settore privato. «Questo provvedimento - ha concluso - significa lavorare di più prendendo meno soldi». D'accordo anche il leader della confederazione, Guglielmo Epifani, che da Chianciano ha ribadito: «Per il bene del paese bisogna fare un'altra cosa, affrontare la previdenza in modo organico», altrimenti procedendo «pezzo per pezzo si creano problemi e ingiustizie». Da parte loro, i segretari confederali della Uil Domenico Proietti e della Cisl Maurizio Petriccioli hanno invece definito i provvedimenti del governo in materia previdenziale "molto utili per la stabilizzazione del sistema". L'innalzamento dell'età delle donne nel pubblico impiego "non poteva essere elusa» vista la sentenza dell'Europa, hanno osservato i due sindacalisti, mentre è "molto importante" che i "soldi risparmiati saranno redistribuiti nel welfare", e in particolare al fondo sociale già esistente e precisamente al capitolo "famiglia, donna, non autosufficienza". Anche il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, ospite a Chianciano per l'assemblea di programma della Cgil, è intervenuto sul tema delle pensioni al termine dell'incontro a Palazzo Chigi. "Credo che da un punto di vista sostanziale ci siano modifiche assolutamente insignificanti", ha affermato riguardo l'adeguamento dal 2015 dell'età anagrafica in relazione alle aspettative di vita, e tra l'altro "non è detto che l'aspettativa di vita, vista la crisi economica e il conseguente più basso tenore di vita, aumenti dal 2010 al 2015". Si tratta insomma, ha proseguito Angeletti, "semplicemente di un modo per rispondere a una obiezione circa la solidità del sistema italiano nel lungo periodo". Per quanto riguarda poi la parificazione tra uomo e donna nel pubblico impiego, "avremmo preferito non farla - ha concluso il numero uno della Uil - ma era un fatto obbligato perchè l'Italia andava incontro a multe molto pesanti".  

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