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Crisi quasi alla fine per Italia e Francia

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Potrebbe essere l'Italia, assieme alla Francia, a ingranare per prima fra i Paesi dell'Ocse la ripresa dopo la crisi economica più grave del dopoguerra. A dirlo è l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, i cui Composite Leading Indicator, gli indici anticipatori del trend economico relativi al mese di maggio, «indicano tangibili segni di miglioramento delle prospettive della maggior parte delle economie degli Stati membri». E, nello specifico, mostrano che «segnali di potenziale ripresa stanno emergendo in Italia e in Francia», che sembrerebbero aver già toccato il fondo della crisi e aver iniziato un graduale recupero. Mentre Canada, Cina, Stati Uniti, Gran Bretagna e India stanno proprio ora emergendo dalla fase più nera della crisi. «C'è qualche piccolo segnale di miglioramento, e che forse il peggio lo abbiamo alle spalle viene confermato anche da questi dati», è il commento a caldo del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Per l'Italia l'indice aumenta di 1,7 punti a 100,5, incremento più forte fra i principali Paesi dell'Ocse. Per la Francia l'incremento è di 1,3 punti a 100,4. Entrambi i Paesi, sopra la soglia dei 100 punti e con l'indice in aumento, in base alle tabelle dell'Ocse sono da classificare come in «espansione», e hanno effettivamente registrato un picco negativo: hanno, in sostanza, già toccato il fondo. Intanto però l'incertezza economica rende di nuovo attraenti i Bot i cui rendimenti sono ormai prossimi alla zero al netto di tasse e commissioni. I rendimenti pagati dal Bot a 12 mesi, offerto e collocato ieri per otto miliardi di euro a fronte dei 12,68 richiesti, sono precipitati: -0,413 punti percentuali rispetto all'asta del mese scorso, allo 0,859%, nuovo minimo record. Al netto di ritenuta fiscale e commissioni siamo allo 0,46%, secondo le stime dell'Assiom. Sul Bot trimestrale la domanda di 10,56 miliardi, più che doppia rispetto ai 4,5 miliardi offerti, ha fatto precipitare il rendimento lordo di ben mezzo punto percentuale, al minimo storico dello 0,492%. Per il risparmiatore che li ha comprati e deve pagare tasse e commissioni il rendimento netto è risicatissimo: siamo allo 0,04%. A comprare i Bot sono stati anche i risparmiatori. Con la borsa che può ancora riservare brutte sorprese - è il ragionamento - meglio prestare al Tesoro che investire in pronti/termine che rendono quasi lo stesso.

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