«Pmi pronte a superare lo stallo»
Pambianchi (Confcommercio Roma): con più credito, infrastrutture e semplificazione
Quelleche, nonostante la crisi, «hanno indossato l'elmetto e si sono messe in trincea». Le riforme e i progetti da realizzare: Roma Capitale, le grandi infrastrutture, la semplificazione burocratica e l'accesso al credito. Il tutto in un clima che deve essere oggi più che mai di concertazione politica e di ascolto delle associazioni di categoria. Cesare Pambianchi, da poco rieletto alla guida di Confcommercio Roma, è salito ieri sul palco dell'Assemblea generale con l'obiettivo più che di diffondere gli ormai noti numeri sulla crisi del settore, di suggerire la strada per ripartire. Ad ascoltarlo ci sono il sindaco Gianni Alemanno, il presidente della Regione Piero Marrazzo e un'intera platea fatta di commercianti, industriali e rappresentanti politici. Il suo discorso parte da un dato su questo momento di crisi. Nonostante il primo trimestre 2009 nel Lazio sia stato «un vero e proprio bollettino di guerra», come lo definisce Pambianchi, a fronte di 6.664 imprese cessate, se ne sono iscritte 9.563. Significa «coraggio imprenditoriale da parte di chi fa impresa e ha capito che deve restare a galla», cioè principalmente dei piccoli imprenditori, quelli alla guida della stragrande maggioranza delle imprese del Lazio che producono il 75% del Pil, ma che si trovano a dover «combattere» ogni giorno, spiega il leader dei commercianti romani, con una burocrazia lenta, con infrastrutture inadeguate o insufficienti, con un rapporto con le banche difficile. Non passa inosservato l'«attacco» che Pambianchi sferra agli istituti bancari citando i dati diffusi dall'Ufficio Studi della Camera degli artigiani di Mestre: il 78% dei prestiti bancari va al 10% dei «maggiori affidati», in pratica alle grandi imprese. «Ben vengano allora le iniziative come quella annunciata dal presidente Tucci di Banca Impresa Lazio – dice – che vuole istituire un fondo di garanzia di 200 milioni a favore delle imprese». Meglio ancora se «quel piano che dovrebbe decollare a fine anno, partisse invece ad ottobre». Poi un suggerimento: «Bisognerebbe eliminare il limite minimo di fatturato per avere accesso al credito e allargare la platea dei beneficiari comprendendovi il pulviscolo di imprese e microimprese». Tuttavia, le misure varate dal Governo per arginare la crisi vanno nella giusta direzione, secondo il presidente della Confcommercio. Se bisogna fare presto con il credito, stesso sprint va dato alla riforma di Roma Capitale che, dice Pambianchi, «ci permetterà di effettuare il vero salto di qualità a livello di amministrazione». Il percorso legislativo, infatti, non è breve. Da qui l'appello a Regione, Comune e Provincia perché «mettano da parte la concorrenza istituzionale e arrivino all'approvazione dello Statuto di Roma Capitale attraverso la consultazione con le associazioni di categoria». Poi c'è la grande scommessa delle infrastrutture, fondamentali anche per il rilancio del settore turistico, e naturalmente quella sul commercio con il primo Piano di Roma da approvare al più presto. La risposta arriva subito dal sindaco Alemanno che assicura «il Piano del commercio, che porrà fine alla deregolamentazione e agli squilibri tra grande e piccola distribuzione, sarà fatto entro l'anno». Ma una piccola, grande vittoria Pambianchi la ottiene anche con l'annuncio da parte del primo cittadino dell'«avvio di una serrata lotta all'abusivismo commerciale», che arriverà a colpire anche i clienti attraverso sanzioni commisurate alla merce acquistata. È Marrazzo, invece, ad assicurare che si riunirà ogni mese al tavolo con imprese e sindacati per monitorare i pagamenti dei crediti da parte della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Analoga monitoraggio mensile sarà effettuato anche per quanto riguarda la garanzia del credito e quindi gli strumenti messi a disposizione della Regione Lazio per le pmi.