Corte dei conti: "Corruzione, tassa occulta per gli italiani"
Ma la corruzione non è l'unico peso che i cittadini italiani devono sopportare: in un momento come quello attuale di crisi economica un'altra cifra monstre allarma la Corte: 100 miliardi l'anno sottratti all'erario attraverso l'evasione fiscale. Insomma un peso enorme (oltre 160 miliardi l'anno) che se abbattuti consentirebbero di far ripartire immediatamente l'economia italiana. La corruzione all'interno della P.a. - dice il procuratore generale, Furio Pasqualucci - è un fenomeno «rilevante e gravido di conseguenze in tempi di crisi». La Corte dei Conti valuta che il fenomeno possa superare 50-60 miliardi di euro l'anno, come stima il Servizio anti-corruzione e trasparenza del ministero della pubblica amministrazione. Si tratta -aggiunge Pasqualucci - di «una vera e propria tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini». Ma il costo maggiore da pagare alla corruzione «non è monetizzabile» e si tratta del «danno che la corruzione arreca alla pubblica amministrazione sul piano dell'immagine, della moralità e della fiducia». Un danno consistente che rischia di «ostacolare, soprattutto al Sud, investimenti esteri». Per fronteggiare la situazione «data la vastità del fenomeno corruttivo» va posta in essere «una decisa azione di contrasto». Ma la magistratura contabile evidenzia «l'insufficienza dell'azione repressiva» che arriva solo dopo che il danno si è verificato. Nella classifica della corruzione la Corte dei Conti ricorda che tra le prime 5 regioni per numero di denunce spiccano nell'ordine, la Sicilia (13,07% del totale delle denunce); la Campania (11,46%); la Puglia, (9,44%); la Calabria (8,19%) con un'unica regione del Nord che è la Lombardia con il 9,39% del totale delle denunce.