Allarme della Corte dei Conti: "La corruzione frena il Paese"

La Corte dei Conti lancia l'allarme corruzione nelle pubbliche amministrazioni nel suo Giudizio sul Rendiconto generale dello Stato. "Il fenomeno della corruzione all'interno della Pa - si legge nella memoria del procuratore generale della magistratura contabile - è  talmente rilevante e gravido di conseguenze in tempi di crisi come quelli attuali, da far più che ragionevolmente temere che il suo impatto sociale possa incidere sullo sviluppo economico del Paese anche oltre le stime effettuate dal Saet (Servizio Anticorruzione e Trasparenza del ministero della Pubblica amministrazione e dell'Innovazione) nella misura prossima a 50/60 miliardi di euro all'anno, costituenti una vera e propria 'tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini'". Secondo la Corte, "altre e maggiori conseguenze vengono prodotte dalla corruzione serpeggiante nella P.a. sul piano della sua immagine, della moralità e della fiducia che costituiscono un ulteriore costo non monetizzabile per la collettivita', che rischia di ostacolare (soprattutto in Italia meridionale) gli investimenti esteri , di distruggere la fiducia nelle istituzioni e di togliere la speranza nel futuro alle generazioni di giovani, di cittadini e di imprese". La magistratura contabile sollecita quindi, "data la vastità del fenomeno corruttivo", "una decisa azione di contrasto affidata in primo luogo al legislatore perche' assicuri un'idonea legislazione sull'organizzazione della P.a a tutela del principio costituzionale del buon andamento della P.a". La Corte evidenzia però "l'insufficienza dell'azione repressiva in quanto, prendendo sostanzialmente atto di danni già verificati, costituisce un mero deterrente contro la corruzione 'scoperta', mentre è sul piano organizzativo che occorre insistere agendo sui comportamenti, sulle procedure, sulla trasparenza dell'attività amministrativa al fine di prevenire e/o limitare la probabilità che si realizzino gli eventi corruttivi descritti".