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Nuovo ddl, l'annuncio di Fazio: «Potranno fare prelievi e misurare la pressione»

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Questaè la grande innovazione annunciata ieri al Sanit dal vice-ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, che sarà inserita tra breve nel disegno di legge, che prevede la riforma delle farmacie, attualmente all'esame del Senato. «Una normativa del 1934 - ha dichiarato Fazio - vieta la coesistenza di due figure professionali all'interno della farmacia. Questo ostacolo, però, sarà rimosso con un emendamento messo a punto in accordo col Ministero dell'Economia. Una cosa che faremo al più presto». I medici di famiglia, immediatamente dopo la dichiarazione del professor Fazio, hanno cercato di dare una valutazione del problema dal loro punto di vista. «Pensiamo che la presenza degli infermieri nelle farmacie non rappresenti una priorità in questo momento - ha commentato il segretario della Federazione dei medici di medicina generale, Giacomo Milillo - prioritaria semmai è la riforma dell'assistenza primaria, che valorizzi la figura dell'infermiere, essenziale negli ospedali, sul territorio nella cura ai malati cronici, ma anche negli studi dei medici, attraverso un percorso formativo importante». «Infatti, sino a oggi - ha concluso Milillo - meno del dieci per cento degli studi medici possono disporre di infermieri. Occorre disegnare un percorso di assistenza primaria con medici di medicina generale, il collaboratore di studio e l'infermiere». Questa valutazione, che tende a smorzare almeno in parte i momentanei entusiasmi, è stata allargata ad aspetti più generali dal dottor Franco Caprino segretario romano di Federfarma, l'Associazione che riunisce, a livello nazionale, la maggioranza assoluta dei farmacisti italiani, il quale ha ribadito che prima di tutto deve essere confermata una «assistenza integrata in piena e assoluta collaborazione dei medici che confermi la centralità della farmacia nell'assistenza sanitaria come è pure fondamentale il ruolo del medico di famiglia. Il problema non va quindi settorializzato, ma allargato a una visione più generale. È sicuramente prioritaria l'esigenza di rendere più efficiente l'assistenza sanitaria recuperando tempi e denaro». « «Questa nostra valutazione - ha sottolinato Caprino - ha avuto anche un giudizio positivo da parte del senatore Cesare Cursi che è il responsabile, per il PDL, della sanità. Andremo incontro, in tempi brevi, a un esame approfondito con il viceministro e tutte le categorie interessate. Dopodiché saranno emanati i decreti di attuazione che indicheranno in maniera precisa il cammino da seguire. Rimane in molti il ricordo delle vecchie farmacie di paese, dove la sera si incontrava il medico e il farmacista in piena collaborazione. Esistono adesso tempi e modi di collaborazione e diversi che affrontino e risolvano, ad esempio, tutti i vecchi problemi che erano determinati dal cosiddetto ìcomparaggio». Ma nella sostanza rimane valido il principio della piena collaborazione tra medici e farmacisti anche perché da questa collaborazione può scaturire un concreto risparmio per il servizio sanitario nazionale. Naturalmente nessuno pensa a soluzioni di tipo anglosassone adottate nel Regno Unito, in cui infermieri e farmacisti firmano le ricette, contraddicendo il sistema italiano che riconosce soltanto al medico questa importante responsabilità. «È importante ricordare, infine, che l'evoluzione tecnologica - ha concluso il dott. Franco Caprino – ci apre, adesso, un campo sterminato per qualsiasi collaborazione, per l'effettuazione ad esempio di analisi in tempi velocissimi e con prescrizioni immediate. Il mondo dell'assistenza sanitaria sta cambiando con grande rapidità. Dobbiamo trasformare questa velocissima evoluzione in vantaggi concreti per l'assistito e per un lavoro più efficace e ricco di risultati sia per il medico sia per il farmacista».

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