L'Ocse: Pil in calo, deficit al 6%
E Obama annuncia la grande riforma
L'Italia si trova a fronteggiare un "periodo difficile", avverte l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nell'editoriale di un rapporto dedicato alla penisola. "L'economia si trova in una profonda recessione, prevalentemente a causa di sviluppi esterni legati alla crisi finanziaria globale, e c'è una elevata incertezza sul vigore e la tempistica della ripresa". In una tabella contenuta nelle 150 pagine dello studio, l'ente parigino rivede in peggio la previsione sulla contrazione del Pil per il 2009, al 5,3 per cento, a cui però ora fa seguire la stima di un incremento dello 0,4 per cento sul 2010. Quets'ultimo dato è stato rivisto in meglio rispetto alle precedenti stime. Nel rapporto annuale generale pubblicato lo scorso 31 marzo, per il Pil dell'Italia l'Ocse prevedeva un meno 4,3 per cento sul 2009, ma un ulteriore meno 0,4 per cento del Pil sul 2010. A dispetto di un sistema bancario "relativamente sano", il bel Paese appare "particolarmente sensibile alla stretta creditizia", che con la crisi si è innescata come in altre economie, ma anche alla debolezza della domanda estera. E queste sensibilità sono state accentuate dalla "bassa produttività e redditività di insieme che nel passato decennio hanno riguardato le performance dell'economia", prosegue l'Ocse. In più l'Italia deve gestire una "debolezza di fondo" delle finanze pubbliche, ora sotto pressione proprio a causa della crisi economica. L'Ocse riconosce che per il breve termine sono state adottate misure di bilancio che hanno un impatto "neutrale" sui conti, tuttavia suggerisce che per il lungo termine le performance dell'economia possono essere migliorate facendo leva su riforma strutturali.