Ue, cala l'occupazione, l'Italia tiene

Quasi 2 milioni di posti di lavoro bruciati in Europa nei primi 3 mesi dell'anno, di cui oltre la metà nella zona euro. A confermare che la crisi finanziaria ed economica si stia sempre più trasformando in una crisi sociale arrivano gli ultimi dati di Eurostat. Dati che saranno sul tavolo dei 27 leader dell'Ue che giovedì e venerdì a Bruxelles daranno il via libera al piano antidisoccupazione della Commissione Ue, impegnandosi a coordinare tutte le misure nazionali da adottare per far fronte all'emergenza lavoro. Nel primo trimestre 2009 - secondo l'istituto europeo di statistica - l'occupazione è calata rispetto agli ultimi 3 mesi del 2008 dello 0,8%, sia nell'intera Ue sia nella zona euro. In termini assoluti questo significa 1.916.000 posti in meno in tutto il Vecchio Continente, di cui 1.220.000 in Eurolandia. Il calo dell'occupazione riguarda tutti gli Stati membri. Nell'eurozona la situazione più critica riguarda la Spagna, che ha messo a segno un preoccupante -3,1% (-6,4% su base annua): dunque, 800.000 persone che nei primi 3 mesi dell'anno sono rimaste senza lavoro. Più contenuta la riduzione in Francia (-0,4%) e in Italia e Germania (entrambe -0,3%). Tra gli altri Paesi dell'Ue da segnalare il -4,5% della Lituania (colpita da una gravissima crisi economica al pari degli altri Paesi baltici di cui non si conoscono i dati aggiornati) e il -0,5% del Regno Unito. L'impressione però - spiegano gli esperti comunitari - è che nei primi 3 mesi dell'anno si sia davvero toccato il fondo, e che i dati sull'occupazione riflettano il forte acuirsi della recessione nell'ultima parte del 2008. La speranza è quindi legata ai primi timidi segnali di stabilizzazione dell'attività economica manifestatisi dal mese di aprile, cui potrebbe seguire nei prossimi mesi una graduale ripresa del Pil. Per arginare la crisi occupazionale sarà dato il via libera al piano antidisoccupazione presentato recentemente dalla Commissione Ue con misure concrete per i disoccupati: a partire dall'anticipo di 19 miliardi di euro del Fondo sociale europeo che andranno a finanziare progetti di formazione o reinserimento lavorativo, indipendentemente dal co-finanziamento da parte degli Stati membri.