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Eurozona, lavoro e occupazione in calo Segno positivo solo nel 2010

Bce

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«Ci si aspetta che, dopo una fase di stabilizzazione, i tassi di crescita sul trimestre precedente risultino positivi entro la metà del 2010». Lo scrive la Bce nel Bollettino di giugno aggiungendo che «secondo le attese che emergono dalle indagini recenti, dopo due trimestri di crescita fortemente negativa l'attività economica dovrebbe diminuire a ritmi molto più contenuti nella rimanente parte del 2009».    Eurozona, scende il Pil -  Il bollettino ribadisce le proiezioni macroeconomiche degli economisti dell'Eurosistema già indicate dal presidente Jean-Claude Trichet la scorsa settimana, e cioè una contrazione del prodotto interno lordo di Eurolandia compresa fra -5,1% e -4,1% nel 2009, e un Pil fra -1% e +0,4% nel 2010. «Il consiglio direttivo ritiene che le prospettive economiche siano soggette a rischi bilanciati», scrive la Bce.  «Anche il clima di fiducia potrebbe migliorare più rapidamente rispetto alle attese correnti». Fra i rischi negativi, invece, la Bce cita «un maggiore impatto delle turbolenze finanziarie sull'economia reale, andamenti più sfavorevoli nel mercato del lavoro, l'intensificarsi delle spinte protezionistiche e, infine, un'evoluzione avversa dell'economia mondiale dovuta a una correzione disordinata degli squilibri internazionali». L'inflazione - Sul fronte dei prezzi sono ribaditi i numeri delle 'staff projections' anticipate da Trichet, e cioè un'inflazione armonizzata nei Sedici compresa fra 0,1 e 0,5% nel 2009 e fra lo 0,6 e l'1,4% nel 2010. A causa di prezzi petroliferi che si raffrontano ai livelli record di un anno fa, la Bce prevede tassi d'inflazione «temporaneamente negativi» nei prossimi mesi, per poi tornare in territorio positivo entro la fine del 2009. Tuttavia le aspettative d'inflazione a medio e lungo termine, quelle più osservate dalla Bce nel decidere la sua politica monetaria, restano «in linea» con l'obiettivo del 2%. Lavoro - La crisi economica pesa sull'occupazione nei Paesi dell'area euro. Lo riferisce la Bce nel Bollettino di giugno. La disoccupazione nell'area, spiega l'Istituto di Francoforte, è aumentata dal 7,3% nei primi tre mesi del 2008 al 9,2% dell'aprile di quest'anno, e l'occupazione è rimasta pressochè invariata nell'ultimo timestre del 2008, con un tasso di crescita sul periodo corrispondente dello 0,1%. I maggiori cali dell'occupazione si sono avuti nei settori del manifatturiero (-6,4%) e delle costruzioni (-1,3%), mentre i servizi di mercato hanno evidenziato una crescita dello 0,8%. Tra il 2007 e il 2008, prosegue la Bce, si è registrata una relazione negativa tra la variazione della quota di occupati a tempo determinato e la corrispondente quota di occupati a tempo indeterminato sulla popolazione attiva. Ciò è riconducibile al fatto che l'occupazione a tempo determinato è più esposta alle fluttuazioni economiche.  

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