«La vera ripresa solo nel 2012»
.Si ha l'impressione che il punto più basso della crisi sia passato. Ma per la ripresa, quella vera, occorrerà aspettare almeno il 2012 e forse il 2013» spiega a Il Tempo, Giorgio Squinzi, lunedì scorso riconfermato presidente della Federchimica. Insomma ottimista o no? «Realista. Siamo stati i primi ad avvertire che la recessione stava arrivando. Ora percepiamo che il peggio è alle spalle ma la ripresa vera sarà lentissima». Eppure i dati confermano più fiducia e ordini d'acquisto? «Le aziende hanno ricominciato a comprare ma solo per ricostituire le scorte. I magazzini erano rimasti vuoti per la paura. Per tornare ai numeri produttivi del 2005 ci vorrà molto più tempo». Quanto? «Bisognerà aspettare la ripartenza degli Stati Uniti. In Italia non penso prima del 2012 o nella peggiore delle ipotesi nel 2013. Ci sono settori della chimica particolarmente colpiti dalla crisi? «Alcuni ne sono stati solo sfiorati. Parlo della cosmetica e del farmaceutico. Quelli più toccati sono stati l'auto, il tessile e il cuoio». È il momento che la politica si impegni anche a favore dell'industria «Sono presidente di Federchimica da 12 anni e ribadisco quanto ripeto da altrettanti anni. Serve un abbassamento del costo dell'energia e la semplificazione amministrativa. Il ministro Calderoli ci ha detto che cancellerà 70 mila leggi. Lo aspettiamo per ringraziarlo quando le avrà cancellate. Si parla di economia sempre più sostenibile e verde. Vi state muovendo in quella direzione? «Abbiamo investito e ridotto le emissioni in acqua e in aria dal 90 al 70%. Siamo il comparto manifatturiero con meno infortuni e il più basso tasso di malattie professionali. Abbiamo fatto molto ma le imprese stanno già pensando al futuro». La crisi ha toccato anche l'occupazione. Qual è la situazione nelle vostre aziende? «Siamo stati colpiti da riduzioni produttive importanti ma la fuoriuscita di occupati e il ricorso alla cassa integrazione sono stati proporzionalmente più bassi. Ci aspettiamo che nella seconda parte dell'anno si vada nella direzione di un parziale riassorbimento. In ogni caso abbiamo reagito alla recessione tentando di salvaguardare il più possibile la struttura occupazionale». Prevede un cambiamento nella struttura produttiva del comparto? «Ci sarà una selezione naturale. Per sopravvivere ora è il momento di pedalare».