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I vescovi: "Le disuguaglianze aumentano"

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A motivo della crisi economica mondiale, che ha pesanti ricadute anche in Italia, soprattutto sul piano occupazionale, nel nostro Paese "le diseguaglianze aumentano invece di diminuire". Lo affermano i vescovi italiani nel comunicato finale della loro 59esima Assemblea Generale. I presuli contestano per questo l'utilizzo della parola "esuberi" per segnalare i lavoratori considerati in eccedenza nei settori colpiti dalla crisi. Anche la crisi occupazionale preoccupa i vescovi italiani che oggi sono tornati a ribadire che il termine «esubero» non tiene conto «di un tessuto sociale che va sfilacciandosi, a motivo delle disuguaglianze che aumentano invece di diminuire». I lavoratori non possono essere trattati come una «futile zavorra», aveva detto nella sua introduzione all'assemblea, svolta dal 25 al 29 maggio, il presidente della Cei, card.Angelo Bagnasco, e il comunicato finale, diffuso oggi, conferma ed estende quelle valutazioni. La crisi colpisce pesantemente i più deboli, le famiglie e quanti perdono il posto, dicono i vescovi. "Di qui l'esigenza - rileva il comunicato - di avviare una prossimità ancora più concreta al mondo del lavoro, non limitandosi a riproporre modelli del passato, ma - aggiunge il comunicato riprendendo la prolusione di Bagnasco - come »segno di un'attenzione nuova verso la profonda relazione tra la fede e la vita". In questo senso va letto il Fondo di garanzia per le famiglie numerose promosso dalla Conferenza episcopale, un "seme di speranza" - lo definisce il comunicato - per chi abbia perso l'unica fonte di reddito. La preoccupazione per il mondo del lavoro è stata espressa dal card.Bagnasco anche in recenti interventi, e lo stesso Benedetto XVI ha manifestato la sua apprensione per i disoccupati durante la sua visita a Cassino (Frosinone).  

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