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Draghi: più trasparenza contro i rischi di sistema

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Ilnumero uno di Bankitalia ha insisto sulla trasparenza che, ha detto, «viene prima di tutto: serviva e serve ancora adesso per uscire da questa crisi», ha sottolineato. Allo stesso tempo, ha aggiunto, il punto «più importante adesso e negli anni a venire è ridurre il rischio sistemico». Per quanto riguarda il futuro, cioè nel medio termine visto che ora non ci sono ancora le condizioni, serviranno delle «exit strategy» per riportare le economie mondiali sulla strada che era stata imboccata prima della crisi. E anche qui Draghi è stato molto chiaro. Le «exit strategy», ha detto, dovranno essere tre, una per ciascun settore su cui intervenire: deficit di bilancio, politica monetaria e politica d'intervento del governo. La «fonte primaria di ciò che è successo» è stata la «mancanza di un'adeguata regolamentazione e supervisione e certamente un'insufficiente gestione del rischio da parte dei principali intermediari finanziari nel mondo», ha detto. Una situazione, questa, che «esisteva prima della crisi». Ma hanno contribuito anche altri due fattori: «Gli enormi disequilibri macroeconomici che hanno permesso alla liquidità di andare in enormi quantità nei principali centri finanziari, e una politica monetaria piuttosto accomodante, dove la stabilità finanziaria di certo non era percepita come un obiettivo potenziale». È stata la combinazione di questi due ultimi fattori, ha osservato il numero uno di Bankitalia, che ha «permesso ai premi di rischio di scendere a livelli non naturali, alla volatilità di scendere a livelli non naturali, ai tassi d'interesse reali e nominali di scendere a livelli senza precedenti in quel momento». E questi fattori, «fondamentalmente, hanno creato un disallineamento fra rischi e remunerazioni». In questo quadro, ha sottolineato, «l'agenda per il futuro è chiara: bisogna superare le debolezze del passato e affrontare gli squilibri macroeconomici...»..

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