Draghi: "Prepararsi al dopo crisi"

Le stesse che leggerà oggi davanti alla platea di banchieri e industriali attraverso le quali spiegherà come Palazzo Koch vede il futuro dell'economia italiana e soprattutto cosa reputa necessario per agganciare la ripresa. I capitoli saranno tre in particolare: crescita, lavoro e banche. E al cuore del suo discorso ci sarà la necessità di procedere con le riforme per preparare il Paese al dopo-crisi, per consentire all'economia italiana di tornare a crescere a ritmi più sostenuti una volta che la recessione sarà alle spalle. Draghi è stato, non senza polemiche sotterranee con il ministro dell'Economia Tremonti, tra i primi a evidenziare i segnali di un rallentamento della caduta. Ma non ha voluto sbilanciarsi in esercizi previsivi sull'intensità della ripresa. Il vero problema, secondo via Nazionale non è, infatti, quando arriverà il rimbalzo, quanto in che modo e a quale velocità l'Italia saprà coglierlo. Il nodo è rafforzare il tasso potenziale di crescita del Paese, storicamente basso rispetto alla media delle altre economie avanzate. Di qui la necessità delle riforme. Prima fra tutte, quella della spesa pubblica, che deve essere riqualificata. Soprattutto ora che la crisi ha risospinto verso l'alto debito e deficit. In questa direzione potrà aiutare il federalismo se saprà trasformarsi in un'occasione per responsabilizzare i centri di spesa. I trasferimenti agli enti locali non dovranno più guardare alla «spesa storica». Punto di riferimento dovranno diventare gli enti locali capaci di offrire i servizi migliori ai costi più bassi. Non dovrebbe mancare neanche un accenno alla necessità di allungare l'età effettiva di pensionamento. Ma senza aprire fronti di possibile polemica con il Governo. Così come il Governatore dovrebbe affrontare il nodo della revisione dei sistemi di welfare che, sostengono a Palazzo Koch, dovrebbero spostare la loro protezione dal posto di lavoro al lavoratore. In definitiva: meno cassa integrazione e più indennità di disoccupazione in un'Italia destinata a ritrovarsi con un tasso di senza lavoro a due cifre al termine della crisi. Un modo per aiutare anche i precari. Infine, le banche. Agli istituti di credito Draghi chiederà di continuare a sostenere le imprese e di rafforzare il loro patrimonio accelerando anche il ricorso ai Tremonti Bond e ai covered bond della Bce. Ciò non deve però far dimenticare le normali regole della prudenza. Già ci sono i segnali di un peggioramento della qualità del credito. Per questo la valutazione del merito di credito resta centrale.